Endless Story

Faith Noire

« Older   Newer »
  Share  
Ary ~
view post Posted on 17/7/2014, 16:52




¬F a i th N o i r e


YDpj2Np
Nome: Faith.
Dal latino 'fidere', significa "Fiducia" o più comunemente "Fede".
Cognome: Noire.
E' il cognome di una famiglia benestante, abbastanza conosciuta ed importante.
Soprannome: Non ama particolarmente essere chiamata con nomignoli e nessuno tendenzialmente gliene da, almeno in sua presenza; solo il fratello maggiore la chiamava Fay quando erano soli.
Data di nascità:17 Settembre.
Segno Zodiacale: Vergine, ascendente Capricorno.
Età: 22 anni.
Orientamento Sessuale: Etero.
Non ha mai provato attrazione verso il sesso femminile, anzi, a stento riesce ad andarci d'accordo in amicizia. (Non che generalmente riesca a farsi degli amici, anzi.)
Dominante/Remissiva: Reverse.
Imprevedibile, sotto ogni punto di vista e in ogni situazione. Difficile metterle i piedi in testa, ma psicologicamente "fragile".

¬A s p e t t o


Occhi: Grandi, dal taglio leggermente allungato, tanto intensi da sembrare finti, sono eterocromatici: quello destro è di un limpido color cielo, mentre il sinistro di un caldo color caramello; risaltano particolarmente sulla sua pelle chiara. Freddi e taglienti, difficilmente lasciano trasparire sentimenti gentili, perennemente distaccati e severi; in sole due occasioni trapelano sentimenti: quando è arrabbiata o spaventata. Sono coronati da lunghe e folte ciglia nere e, a loro volta, sovrastate da lunghe ed affusolate sopracciglia, di un biondo cenere leggermente più scuro rispetto ai capelli, fini e ben disegnate.
Capelli: Lisci, molto fini e morbidi al tatto, tutti pari, sono esageratamente lunghi, tanto da raggiungere i fianchi; non le è mai piaciuto tagliarli troppo, tanto che da piccola era alquanto capricciosa a riguardo. Sono di un biondo cenere molto chiaro, non troppo spento, che si sposa perfettamente con la sua carnagione diafana. Le piace tendenzialmente portarli sciolti senza alcun accessorio, ma per comodità e praticità a volte li raccoglie in una morbida coda o treccia laterale.
Peso:54 kg.
Altezza:166 m.
Segni Particolari: E' una ragazza longilinea e dalle forme armoniose, nonostante sia abbastanza minuta di costituzione. Il candore della sua pelle e dei suoi capelli, insieme all'intensità e all'eterocromia dei suoi occhi, la fanno assomigliare ad una bambola dai tratti insieme delicati e spigolosi. Altro particolare che accentua questa sua somiglianza ad una bambola è il fatto che nessuno, mai, l'ha vista piangere; nemmeno da piccola. E' qualcosa che l'ha sempre incuriosita e intimorita, perché lei eccome se piangeva! Ma mai una lacrima increspò i suoi occhi e rigò la sua guancia.
Per il suo diciottesimo compleanno ha deciso di farsi un piccolo e semplice tatuaggio, all'insaputa di tutti: sotto il seno sinistro, vicino al cuore, l'inchiostro ha fissato finemente in corsivo Chris, diminutivo di Christian, il suo defunto fratello al quale era molto legata; tendenzialmente non ama avere segni sulla pelle, da piccola è riuscita giusto a farsi fare i buchi alle orecchie, ma non tollera di più. Per quel tatuaggio però, posto per di più in una posizione difficilmente visibile - a meno che non lo si voglia mostrare apposta - ha deciso di fare una sofferta eccezione, sentendo il bisogno fisico di averlo sempre con sé. Quell'incidente però lasciò altri segni sul suo corpo, segni che solo pochi erano riusciti a vedere: piccole cicatrici pallide costellavano le sue ginocchia e le sue gambe: per questo motivo - ed anche per il fatto di avere una pelle alquanto delicata e sensibile - indossa sempre abiti che coprono il più possibile il suo corpo.

¬C a r a t t r e


Una bambolina. Difficilmente, a prima vista, si riesce a definirla diversamente: movenze composte ma femminili, lineamenti delicati, pelle diafana e lunghi, lunghissimi capelli curati e luminosi. Ma basta uno sguardo in più per distruggere la figura perfetta che si pensa di avere davanti: soffermarsi sui suoi occhi crea un leggero disagio alle persone che la guardano, non tanto per la loro eterocromia che, in realtà, si nota solo in un secondo momento: è l'intensità e la durezza del suo sguardo che stona con la sua figura, gettandole un'ombra strana, leggermente inquietante: non proprio carina e docile come una bambolina insomma. Tutt'altro. Silenziosa, schiva, distaccata, sempre sulle sue tanto da sembrare anche altezzosa, è molto semplice turbare la sua quiete emotiva, lunatica come pochi: spesso e volentieri si ritrova ad essere in collera - se non con altri arriva anche a prendersela con sé stessa - sempre e comunque dalla lingua mordace e tagliente. Non è molto propensa ad accettare le opinioni e i pensieri altrui senza discuterli, ma raramente danno un parere se questo non viene espressamente richiesto, soprattutto se le persone la conoscono: a seguito dell'incidente che ha portato la scomparsa del fratello, è stata etichettata come "mentalmente instabile" da tutti - motivo per il quale poi affidata alle cure di esperti; non è servito mettersi d'accordo per comprendere che era meglio evitarla o quanto meno evitare di farla uscire di senno. Essere trattata così non le fa più né caldo e né freddo, quindi finché può si comporta come se non sapesse nulla, standole bene comunque il fatto che le persone evitino di farla arrabbiare. E' dotata di buona, per non dire ottima, memoria, dovuta all'attenzione critica che riserva per ogni cosa; una capacità alla quale cerca di non dare più peso, non volendo peggiorare ulteriormente il suo status e, soprattutto, le sue condizioni mentali. Nonostante sia facilmente suscettibile, è una figura di per sé razionale, capace di analizzare ogni situazione e a prevenirne - spesso, ma non sempre - conseguenze scomode. Ben poco socievole, non è affatto intenzionata a stringere alcun tipo di legame con qualcuno, grazie a delusioni e sofferenze che han reso di ghiaccio il suo cuore. Per niente incline ad essere sottomessa o ad essere obbligata a fare qualcosa. Questo suo essere però è venuto fuori per nascondersi e proteggersi, in quanto sia in realtà una ragazza davvero molto fragile e sensibile, stanca e terrorizzata all'idea di potersi 'rompere' ancora una volta.
Apparentemente indifferente ad ogni cosa, sembra aver perso tutti gli interessi che aveva: il disegno e l'arte, il violino e la musica, la curiosità e la voglia di vedere, imparare, conoscere. Quando era bambina, non c'era cosa che sfuggisse ai suoi occhietti vispi pieni di sogni e immaginazione: era attratta dalle persone, le guardava, le studiava senza essere troppo invadente, immaginandosi storie su storie. E quanto adorava la pioggia! Era quasi impossibile scollarla dalla finestra mentre ammirava il mondo fuori dalla finestra, mentre si lasciava cullare dalla melodia che le piccole gocce creavano, con una sfumatura sempre diversa. E quante volte era stata rimproverata, assieme al fratello, per essersi messa a giocare sotto l'acqua! Davvero poche cose non le piacevano allora... Mentre ora non è che un involucro vuoto, colmo solo di dubbi e timori. Come se fosse scattato qualcosa dentro di lei che l'ha spenta. Qualcosa di molto simile ad un interruttore.

¬B a c k g r o u n d


Tutto quello che era accaduto prima di quel giorno a Faith sembrava solamente una grossa e cupa bugia. Tutti i sorrisi, tutte le belle parole; ogni cosa, ogni persona.
Ogni certezza crollò nel giro di pochi secondi, così, all'improvviso, senza alcun preavviso.
Un attimo prima la sua risata si mischiava a quella di suo fratello, riempendo la grande sala che quella sera, come tante altre, si era trasformata nel loro piccolo mondo. Erano soli da poco più di un'ora e quella stanza era già sotto-sopra: cuscini ovunque, divani spostati e diversi dvd sparsi davanti al grande televisore; sapevano che avrebbero fatto bene a sistemare tutto, prima che i genitori rientrassero, e sapevano ancora meglio che non l'avrebbero comunque fatto, beccandosi come sempre una bella ramanzina - la solita - da parte della loro madre.
Christian si era proposto di andare a fare un po' di pop corn, pur sapendo che i genitori non approvavano spuntini fuori pasto, specialmente notturni - e soprattutto quando si parlava di Faith - mentre la piccola si era messa alla ricerca di un film da guardare.
Risuonava leggero ancora l'eco delle loro risate, quando qualcosa si ruppe andando in frantumi, seguito poco dopo da un tonfo sordo; poi il silenzio. Faith sentì il suo cuore fermarsi per un istante, mentre si voltava verso la cucina; si dimenticò persino di respirare. Chiamò il fratello, rimproverandolo un po', spaventata: Christian si divertiva a farla spaventare, ma spesso e volentieri i suoi scherzi non erano per nulla simpatici. Nessuna risposta però seguì le sue parole. Si alzò lentamente, in silenzio, afferrando il cuscino più vicino per usarlo come scudo, entrando in cucina e aspettandosi un sonoro "BUUUUH!" proprio dietro l'angolo, che l'avrebbe fatta urlare e saltare, nonostante sapesse che poteva essere solo suo fratello. Ma l'unica cosa assordante che la riempì, una volta svoltato l'angolo, fu il silenzio. Nessuna traccia del fratello. Qualcosa brillava a terra, sparendo dietro il grande bancone. Dimenticando di essere scalza, dimenticando di fare attenzione a dove mettesse i piedi, dimenticando ogni cosa, fece cadere il cuscino a terra precipitandosi dietro il bancone: improvvisamente le gambe cedettero, finendo in ginocchio su quella distesa di vetri che brillavano. Voleva urlare, e dentro di sé gridò tanto forte da sentirsi quasi scoppiare. Ma nessun suono uscì dalle sue labbra. Con occhi spalancati, increduli, spaventati, guardava il corpo steso poco distante da lei, completamente immobile. Non c'era nulla oltre a quel corpo: né lei, né il dolore pungente che si insinuava sulle sue gambe, le sue ginocchia. Non c'era nulla... Tranne che un'ombra. Una strana ombra che silente stava scivolando via, lontana dal corpo del ragazzo, strisciando viscida sul pavimento e sparendo otre la porta. Non si mosse di un millimetro: solo i suoi occhi, puntati al suolo, osarono seguirla inquieti, prima di perderla di vista.
Perse la cognizione del tempo: non seppe dire per quanti minuti, ore, era rimasta a guardare quei grandi occhi blu ormai spenti.
Era come se si fosse addormentata con gli occhi aperti, con quell'immagine ben fissa nella sua mente, quando si accorse di non averlo più davanti, di non essere più in cucina ma sul suo letto, mentre rumori di ogni genere provenivano dalle altre stanze. Non si accorse nemmeno di essere ferita, né di essere stata medicata e cambiata. Scese dal letto, ancora un po' intontita, col cuore che le batteva fortissimo nel petto: aveva forse avuto un incubo? Ma l'incubo tornò ad essere terribilmente reale appena aprì la porta della sua camera: figure senza faccia stavano facendo avanti e indietro per i corridoi, le stanze; voci diverse eppure così uguali nella sua testa stavano dicendo così tante cose, che la piccola non riuscì a sentire una sola parola. Poi le braccia della madre la strinsero, la presero in braccio, portandola nello studio del padre, dove insieme all'uomo, chino, seduto sulla sua poltrona con le mani sul viso, vi erano altre due figure in uniforme, severe nei lineamenti e nell'espressione. Non colse subito i particolari, ma la sua mente li registrò per lei ed in seguito quel ricordo l'avrebbe tormentata di giorno e di notte. Cupi e viscidi, senza la minima delicatezza, le porsero delle domande, le stesse che sia la madre che il padre le stavano ripetendo da quando era stata portata lì dentro: ma proprio come era successo prima, era come se davvero non fosse presente.
Solo un nome uscì dalle sue piccole labbra, senza curarsi dei quesiti che le erano stati posti: Christian. Era davvero morto. Era davvero un incubo.
Cos'era successo? Cosa aveva visto? Perché non ha subito chiesto aiuto? Non sapeva rispondere a nessuna delle domande. L'unica cosa importante che sentì di rivelare fu la presenza di quell'ombra. Ma nessuno la prese sul serio. Più lei insisteva con quel particolare, più sua madre piangeva, più il padre scuoteva la testa; più quei due uomini la guardavano rassegnati, bisbigliando qualcosa tra loro.
Il perché nessuno voleva crederle non riuscì mai a capirlo. Lei non diceva bugie, non le aveva mai dette.
Non stava bene. Era rimasta traumatizzata. Allucinazioni. Tutte scuse che la portarono a rinchiudere in un istituto privato, pieno di ragazzini come lei. Tutti ragazzini che avevano bisogno di "cure".
A soli sei anni, Faith capì che il mondo era strano e che gli esseri umani lo erano ancora di più. Fu proprio da quel momento che iniziò ad avere davvero paura. Una paura che mai si manifestò concretamente, davanti agli occhi vigili da chi la osservava, la studiava. Una paura che iniziò a crescere silente dentro la sua testa, diventando giorno dopo giorno sempre più opprimente. Ad un paio di anni da quel brutto incidente, a un anno dalla sua nuova vita all'istituto, imparò cosa quelle persone dai camici bianchi volevano sentirsi dire: non importava se fosse verità o menzogna, ma solo in quel modo loro sorridevano ed erano contenti di lei, promettendole che se avesse continuato con quei miglioramenti sarebbe tornata presto a casa dalla sua famiglia. Famiglia. Col passare degli anni, non riuscì più a pensare ai suoi genitori come alla sua famiglia: non le avevano creduto e l'avevano mandata via, lontana da loro e da tutto, solo per il loro bene, solo per il bene della loro reputazione. Sorrisi tirati l'accoglievano una volta al mese, tra quelle mura colorate. Sorrisi che divennero sempre più radi e sempre meno sorrisi quando, dopo dieci anni, la lasciarono tornare a casa.
Tutto il rancore, la rabbia, tutte le urla e i comportamenti incontrollati che per dieci anni era riuscita a sopprimere, emersero tutti insieme, stravolgendo quel perfetto quadro familiare che di perfetto, ormai, non aveva più nulla.
Nessuno doveva rivolgerle la parola. Nessuno doveva infastidirla. Nessuno doveva notarla. Questo era forse l'unico punto in cui tutti e tre concordavano; l'unico punto però impossibile. Cene, eventi, ricorrenze alle quali non poteva mancare. Persone che la notavano, parlavano. Un incubo per la sua famiglia. Un incubo per lei.
Ben presto però le persone tornarono a credere che non fosse del tutto guarita, che era meglio evitarla come potevano, che era meglio fare come se non esistesse. La sua famiglia si rassegnò alle chiacchere, comportandosi come al solito, come se quell'incidente non fosse mai avvenuto, mentre Faith, sola, cercava di tener testa a quel terribile mondo che ancora la spaventava.



Edited by Ary ~ - 26/7/2014, 21:32
 
Top
Wednesday_
view post Posted on 31/3/2016, 19:37




↳ Nome: Shiori (詩織); il suo significato letterale è "poesia" o intreccio.
I genitori decisero di darle il nome della nonna paterna, che tanto aspettava una nipotina femmina dopo tre maschi, ma che purtroppo è venuta a mancare pochi mesi prima della sua nascita.
↳ Cognome: Endō (遠藤); ereditato dal padre.
Appartiene ad una famiglia benestante e molto legata alle tradizioni; le nuove generazioni, però, ne sentono il peso molto meno rispetto ai loro predecessori.
↳ Sesso: F.
↳ Età Sedici anni.
↳ Data e Luogo di nascita: Nasce il 12 Aprile nella casa dei nonni materni in Giappone, a Kyoto; più precisamente nella circoscrizione di Higashiyama-ku.
Nonostante si trovi molto bene a Tokyo, dove abita stabilmente con la famiglia, un posto speciale è riservato nel suo cuore per la città che l'ha vista nascere. Per quanto possa offrire, ai suoi occhi alla capitale mancherà sempre qualcosa: i colori, il calore, la magia ed i ricordi custoditi in quella città, che per quanto conosca bene ogni volta che vi ci torna sembra essere la prima volta.
↳ Stato Economico: Benestante.
La sua famiglia da anni è a capo di una grande azienda commerciale, con una filiale in Cina e in Sud Corea.
↳ Stato Civile: Single.
Non è per nulla interessata a cercare una relazione seria, sentendosi ancora troppo giovane per legarsi affettivamente a qualcuno. Preferisce di gran lunga farsi desiderare e spezzare i cuori dei numerosi ammiratori, potendo così divertirsi come meglio crede: perché accontentarsi di uno, quando si ha la possibilità di averne ai tuoi piedi molti di più?
... O almeno, questo è quello che vuole far credere.
↳ Occupazione: Studentessa delle scuole medie superiori.
Attualmente frequenta la seconda classe e ha deciso di frequentare ancora il club di tennis dell'istituto, che si riunisce obbligatoriamente tre giorni a settimana.
↳ Razza: Essere umano.
↳ Orientamento sessuale: Eterosessuale.
Le piacciono i ragazzi; su questo non ci piove. Non disprezza però ricevere le timide e silenziose attenzioni femminili.
↳ Capacità Particolari:
• Sa discretamente sia l'inglese che il coreano, che studia dalle scuole elementari. Per l'inglese parte del merito va riconosciuto sicuramente al fratello maggiore, che l'ha sempre affiancata nello studio, dovendolo studiare a sua volta; mentre per il coreano non ha mai avuto particolari problemi, trovandolo anche più semplice della sua stessa lingua.
• Non si direbbe, ma sin da piccina ha sempre avuto un'innato istinto materno, non solo verso i bambini - che adora e l'adorano - ma anche verso i più deboli e sensibili, oltre che verso le persone a cui vuole bene. Peccato solo sia un disastro ai fornelli. Inutile dire che non mostra apertamente questo lato di sé.
0Z9Nm
R4N63gK
↘ Descrizione fisica:

Capelli: Lisci e voluminosi, scalati davanti e pari dietro, lunghi sino a circa metà schiena, sono di un lucente castano scuro. Una frangetta le cade sulla fronte alta, ma spesso è solita portarla anche di lato, acconciandola in una specie di ciuffo. Sempre ordinati e perfetti, tiene particolarmente alla loro cura, tanto da riservarsi due ore alla settimana per trattarli con maschere casalinghe, alle quali non mancano mai hennè neutro e polvere d'amla.
Non ama indossare accessori, per questo li porta tendenzialmente sempre sciolti, tranne che durante le lezioni di educazione fisica o durante gli allenamenti del club di tennis, dove li raccoglie in un'alta coda di cavallo; a casa invece opta anche per morbidi codini e chignon, soprattutto quando deve studiare.

Occhi: Taglio a mezzaluna, classico dei giapponesi, delineato da curve molto dolci e piene, sono grandi e profondi, tanto che non ha bisogno di utilizzare lenti apposite per farle aprire lo sguardo. Comune è il colore delle sue iridi, di un intenso e scuro marrone, ma non le è mai dispiaciuto. E' impossibile non rimanere catturati anche solo per un istante dal suo sguardo: attraente e vivo, sempre colmo di emozioni in continuo movimento.
Nonostante appaia molto vanitosa e la maggioranza delle ragazze pensa nasconda una qualche tecnica segreta per apparire perfetta grazie ad un makeup no-makeup", non ama truccarsi, soprattutto quando deve andare a scuola: il suo massimo è coprire le occhiaie con un velo di correttore quando serve e tenere sempre in ordine le sopracciglia; solo quando l'occasione lo richiede, osa usare anche del kajal nero ed un lucidalabbra.

Corporatura: Alta un metro e cinquantasette sessanta per quarantasette quarantacinque chilogrammi, è una ragazza minuta, segnata da curve non particolarmente evidenti, ma ben equilibrate tra loro. Avendo praticato sempre sport sin da piccina, è abbastanza tonica e definita per gli standard giapponesi. A differenza della maggior parte delle ragazze, non le interessa particolarmente essere più asciutta ed i fianchi, insieme al suo lato b, seppur sempre presenti per costituzione non sono mai stati un problema, ma solo un vanto.

Look: Nonostante la pluralità e l'eccentricità delle mode che sfilano e si concentrano nella capitale, i suoi gusti sono completamente differenti, orientati più verso lo stile più sobrio ed elegante della moda sudcoreana; probabilmente è dovuto anche al modo in cui è stata cresciuta. Non ha capi d'abbigliamento che predilige rispetto ad altri, ma tende a preferire capi monocromatici. L'unica cosa che detesta da quando è piccina sono le scarpe a ballerina e i modelli simili: oltre a trovarle scomodissime, non è mai riuscita a camminarci decentemente.

↘ Segni Particolari:

→ Ha due semplici buchi sui lobi delle orecchie; non le piace portare orecchini troppo appariscenti o colorati, adorando invece quelli piccoli o i pendenti sottili.
→ E' molto portata e brava in tutti gli sport, ma non ha mai imparato a nuotare. Fortunatamente non le piace andare in piscina o al mare, adorando invece la campagna e la montagna.
→ Non è vanitosa, ma le piace prendersi cura di sé: mentre i trucchi riesce tranquillamente a chiuderli in un piccolo astuccio, i prodotti cosmetici per la cura del viso, del corpo e dei capelli occupano decisamente più spazio, tanto che si è ritrovata a doverli raggruppare ordinatamente in un paio di scatole capienti.


m9iFHMX
↘ Psicologia:

Bisogna mettersi veramente d'impegno per non notarla: non solo perché è indubbiamente una ragazza molto carina, cosa che passerebbe comunque in secondo piano se non fosse accompagnata da una personalità interessante, ma anche e soprattutto per il suo essere così dinamica, piacente e piena di energie, oltre che di interessi. Non fa nulla di particolare per attirare l'attenzione su di sé, eppure ha sempre gli occhi puntati addosso; la cosa le fa piacere, anche se purtroppo alcune non portino proprio del bene. E' una ragazza abbastanza popolare a scuola, e per questo attira molta invidia, oltre che ammirazione, specialmente da parte delle ragazze. Fortunatamente cerca sempre di non farci caso e lasciarsi scivolare addosso più negatività possibile; almeno finché queste riescano a tenersi a debita distanza.
Molto diligente e responsabile, tiene particolarmente a portare a termine i progetti che intraprende, oltre che a realizzare quelli che tiene nel cassetto. Non ha mai avuto problemi con lo studio, perché ha la fortuna di apprendere molto facilmente, oltre che avere un'ottima memoria, che le consente di immagazzinare una grande quantità di nozioni sui più svariati argomenti. Non le è per nulla difficile interagire e relazionarsi con le altre persone, che siano sue coetanee, più piccole o più grandi, soprattutto grazie alla sua empatia; c'è da dire però che non con tutti è rose e fiori. Ha le sue simpatie, ma anche le sue antipatie, e purtroppo non è una ragazza che riesce a mascherarle facilmente, anche quando dovrebbe. Non digerisce per nulla le persone arroganti o esibizioniste, per non parlare di quelle calcolatrici e manipolatrici, pronte ad usare le persone fin che ne hanno bisogno, per poi gettarle via senza ritegno. Oltre a queste, ci sono persone con le quali non riesce proprio ad averci a che fare, per motivi irrazionali e ingiustificati, solamente perché lo sente a pelle. Molto spontanea e sincera, non ha peli sulla lingua e non si fa problemi ad essere diretta, anzi. Per questo motivo spesso e volentieri appare un po' fredda e aggressiva, ma non è per nulla una ragazza cattiva o incline alla violenza, che sia verbale o fisica. E' solamente parecchio impulsiva e si lascia troppo trasportare dalle emozioni. Ci tiene però ad essere rispettata e purtroppo è molto orgogliosa: non è vendicativa, ma tende a portare sempre un po' troppo rancore.
Appare sempre molto sicura di sé, perché effettivamente è così, ma nasconde una grande insicurezza che la fa sentire terribilmente debole e vulnerabile: è troppo sensibile ed emotiva, al punto di arrivare a stare veramente male, psicologicamente e fisicamente. E' una ragazza che, se trova le persone giuste, si affeziona a tal punto da metterle anche sopra di lei, oltre che a diventare particolarmente gelosa. Da una parte non è poi una brutta cosa, perché con i fortunati si rivela essere molto affettuosa e premurosa, mostrando una dolcezza che non si può cogliere a pieno altrimenti; d'altro canto però, questa si rivela essere un'arma a doppio taglio, perché basta veramente poco per farla soffrire. E proprio sapendo quanto precarie siano le relazioni, cerca in ogni modo di non legarsi a nessuno, che sia in amicizia o qualcosa di più. Non è stato per nulla facile, all'inizio, né con Ren e né con Riko, gli unici veri amici dei quali non potrebbe più fare a meno, neanche volendo, e non lo è nemmeno tutt'ora: sa bene che persone siano e crede fermamente nei loro sentimenti, ma non riesce proprio a stare completamente tranquilla, temendo il giorno in cui il loro legame potrebbe finire. Tra i due, è Ren quello che la preoccupa di più, perché da un po' di tempo ormai ha iniziato a sospettare che provi più che amicizia nei suoi confronti, e la cosa la terrorizza. Per questo motivo, nonostante in realtà sia un'inguaribile sognatrice e romanticona, è terribilmente spaventata al pensiero di una relazione amorosa. Se si avvicina o asseconda i ragazzi è sempre per un brevissimo periodo e solo per divertirsi, finendo con spezzare irrimediabilmente le loro fantasie.

↘ Hobby/Passioni:

Grande, per non dire spropositato, è l'amore che ha per il suo micio Aki (秋), un trovatello nel quale si era imbattuta insieme al fratello Soichiro sette annifa; un cucciolo che probabilmente si era allontanato un po' troppo dalla sua mamma, finendo col perdersi. Erano sulla via di casa, una sera autunnale particolarmente ventosa, quando vide il suo musino per la prima volta, intento a nascondersi tra alcune scatole abbandonate sul marciapiede per ripararsi dal freddo. Inutile dire come andò a finire: non solo esasperò il fratello affinché l'accontentasse e approvasse di portarlo a casa con loro, ma lo stesso dovettero subire i suoi genitori. E quando s'impunta su qualcosa, è impossibile farla desistere o farle cambiare idea. Fortunatamente per la famiglia non fu un peso accogliere il nuovo membro e, anche se inizialmente era un po' preoccupata per i mobili e l'arredo in generale, anche la madre non riuscì a resistere a quella tenera pallina di pelo. Decise di chiamarlo così, non solo perché era autunno quando lo trovò, ma anche per via delle calde macchie che gli ricoprono il pelo, che riprendono molto i colori della stagione.

Sin da piccina è stata avvicinata allo sport, per il quale si rivelò da subito essere molto portata: ha fatto danza (hip hop), atletica leggera, basket, pallavolo e tennis. Non è una ragazza che ha paura di sporcarsi o faticare insomma, anzi. Altra cosa che adora è passeggiare per parchi, per la campagna o la montagna, e godere dell'ambiente, dei suoi colori e dei suoi profumi; non disprezza la compagnia, anche se non è semplice trovare accompagnatori che le riescano a stare dietro. Da piccola spesso e volentieri, quando entrambi erano liberi dallo studio, era il fratello ad accompagnarla; al lui, con gli anni, si è sostituito Ren, decisamente troppo buono e permissivo con lei. Oltre che ad essere qualcosa che la rilassa, adora scattare fotografie a quello che più la colpisce in quei momenti, per poi cercare di riprodurlo su fogli o cartoncini a casa (sempre se non si porta dietro l'occorrente per fare qualche schizzo sul posto!).
Le piacerebbe visitare più posti possibili, di fatti il suo più grande sogno è proprio quello di poter viaggiare e vedere il mondo.

Altra cosa che le piace particolarmente fare è, appunto, disegnare. Non pensa di essere poi così brava, ma alla fine non le importa poi molto, perché lo fa per lei, non per mostrarlo ad altri; nemmeno Ren o Riko hanno la fortuna di vederli. Sarà capitato veramente pochissime volte in tutti gli anni della loro amicizia e non perché lei li mostrasse di sua spontanea volontà, ma perché magari erano a portata di mano o perché era stata colta di sorpresa.
I soggetti a cui si dedica sono in maggioranza paesaggi naturali o animali, mentre più rari - ma forse più sentiti - sono i ritratti, fatti a memoria o presi da scatti rubati.

Le piace la musica, di qualsiasi tipo, e adora immergervisi completamente. Quando è giù di corda o è particolarmente nervosa o ansiosa, l'unica cosa che da sempre la riesce a tranquillizzare è il suono del pianoforte e il solo che la vizia e suona per lei è il fratello. Ogni tanto, quando sono entrambi di buon umore, osa sedersi accanto a lui per provare a strimpellare e imparare qualcosina, ma purtroppo non è minimamente portata; ormai anche i vicini hanno perso le speranze. Non ci rimane male però, perché alla fine, che sia per le melodie suonate per lei o per le risate legate ai suoi tentativi falliti di mettere insieme due note, trovandosi vicino ad un pianoforte non può che sentirsi bene.

Che siano giapponesi, sudcoreani, cinesi, taiwanesi o quant'altro, sua grandissima ossessione sono i drama, specie se romantici. Passione condivisa con l'amica Riko, sono solite organizzare quando è possibile delle serate in cui si perdono a guardare più episodi o film, finendo col passare la notte praticamente in bianco. Forse nessuno, al di fuori dell'amica, sa realmente quanto sia emotiva; è raro il caso in cui non si metta a piangere come una fontana, sia per felicità che per tristezza, vedendo una particolare scena o ascoltando una ost (con la quale puntualmente si fissa per settimane). Non è fantascienza, ma pura realtà, il fatto di finire puntualmente per stare male, ma nonostante questo non riesce proprio a farne a meno. D'altro canto, grazie a questi, riesce a provare quelle stesse emozioni da cui cerca in tutti i modi di fuggire.
Non saprebbe dire quale sia il suo preferito tra tutti quelli che ha visto, anche perché le sarebbe impossibile sceglierne solo uno, ma nella lista c'è sicuramente My Love From The Star.


vPeFupT
↘ Background:

- da aggiungere





























- da aggiungere




« CATCH ME, IF YOU CAN »
character scheme © Shäy || NON COPIARE || TI PIACE? PRELEVALO


Edited by Wednesday_ - 3/4/2016, 17:13
 
Top
Wednesday_
view post Posted on 2/4/2016, 13:14





tumblr_mbksd1l1Fx1qf286vo3_r3_250_zpscd12bf1b

Shiori Endō

Studentessa // Sedicenne // Scheda // Outfit ••

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum.


CODICE ROLE SCHEME © dominionpf



Avatar: Click; Click; Click; Click; Click; Click

Gatto: Aki (秋) da autunno.

CODICE
<div align="center"><div style="background-color: #37605E; width: 450px; height: px;">
<div style="float: left; margin-right: 10px; border: 3px solid #81C097">[IMG=tumblr_mbksd1l1Fx1qf286vo3_r3_250_zpscd12bf1b]http://i.imgur.com/Or75UTy.png[/IMG]</div>
<div style="background-color: #81C097; margin-left:20px; margin-right:20px; padding-left:10px; font-family: Georgia; font-size: 20pt; text-align: right; color: #ffffff; border-radius: 10px 0px 10px 0px; line-height:12px">Shiori End&#333;</div>
<div style="background-color: #ffffff; width: 430px; margin-left:20px; margin-right:20px; padding-left:10px; font-family: verdana; font-size: 11px; text-align: left; color: #81C097; border-radius: 10px 0px 10px 0px; line-height: 12px">Studentessa // Sedicenne // Scheda &#9829; // Outfit ••• </div>
<div style="width: 430px; text-align: justify; font-family: verdana; font-size: 11px; color: #ffffff">Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum.

</div>
<div style="background-color: #81C097; width: 400px; text-align: right; font-family: arial; font-size: 6pt; color: #ffffff">CODICE ROLE SCHEME © [URL=http://dominionportfolio.forumfree.it/]dominionpf[/URL]</div>
</div></div>


Edited by Wednesday_ - 6/4/2016, 10:33
 
Top
Wednesday_
view post Posted on 2/4/2016, 15:07




Role Vicky:
CODICE
<div align="center"><div style="background-color: #E1E1E1; width: 450px; height: px;">
<div style="float: left; margin-right: 10px; border: 3px solid #ffffff">    
[IMG=tumblr_mbksd1l1Fx1qf286vo3_r3_250_zpscd12bf1b]http://imageshack.com/a/img924/9070/DQFvqh.png[/IMG]</div>
<div style="background-color: #71B2CF; margin-left:20px; margin-right:20px; padding-left:10px; font-family: Georgia; font-size: 20pt; text-align: right; color: #ffffff; border-radius: 10px 0px 10px 0px; line-height:12px">Victoria Fisher</div>
<div style="background-color: #ffffff; width: 430px; margin-left:20px; margin-right:20px; padding-left:10px; font-family: verdana; font-size: 11px; text-align: left; color: #71B2CF; border-radius: 10px 0px 10px 0px; line-height: 12px">Studentessa Tuttofare // Ventiduenne // Outfit ••• </div>
<div style="width: 430px; text-align: justify; font-family: verdana; font-size: 12px; color: #5F5F5F">Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum.Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum.

</div>
<div style="background-color: #71B2CF; width: 400px; text-align: right; font-family: arial; font-size: 6pt; color: #ffffff">CODICE ROLE SCHEME © [URL=http://dominionportfolio.forumfree.it/]dominionpf[/URL]</div>
</div></div>
 
Top
Wednesday_
view post Posted on 3/4/2016, 19:21




¬Role S ri n g o l e




r4Seuz
Nome: Scheda
Partners: Scheda;
Topic Appuntamenti: Appuntamenti
Status: - da inserire.

Orientamento: - da inserire.
Ruolo: - da inserire.
Razza: - da inserire.

Role:

Role




 
Top
Wednesday_
view post Posted on 3/4/2016, 23:57




Cornelia Thornburn tumblr_mc2hh2fUnv1r426i4o1_500
S
T
O
R
Y
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Aenean commodo ligula eget dolor. Aenean massa. Cum sociis natoque penatibus et magnis dis parturient montes, nascetur ridiculus mus. Donec quam felis, ultricies nec, pellentesque eu, pretium quis, sem. Nulla consequat massa quis enim. Donec pede justo, fringilla vel, aliquet nec, vulputate eget, arcu. In enim justo, rhoncus ut, imperdiet a, venenatis vitae, justo. Nullam dictum felis eu pede mollis pretium. Integer tincidunt. Cras dapibus. Vivamus elementum semper nisi. Aenean vulputate eleifend tellus. Aenean leo ligula, porttitor eu, consequat vitae, eleifend ac, enim. Aliquam lorem ante, dapibus in, viverra quis, feugiat a, tellus. Phasellus viverra nulla ut metus varius laoreet.
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Aenean commodo ligula eget dolor. Aenean massa. Cum sociis natoque penatibus et magnis dis parturient montes, nascetur ridiculus mus. Donec quam felis, ultricies nec, pellentesque eu, pretium quis, sem. Nulla consequat massa quis enim. Donec pede justo, fringilla vel, aliquet nec, vulputate eget, arcu. In enim justo, rhoncus ut, imperdiet a, venenatis vitae, justo. Nullam dictum felis eu pede mollis pretium. Integer tincidunt. Cras dapibus. Vivamus elementum semper nisi. Aenean vulputate eleifend tellus. Aenean leo ligula, porttitor eu, consequat vitae, eleifend ac, enim. Aliquam lorem ante, dapibus in, viverra quis, feugiat a, tellus. Phasellus viverra nulla ut metus varius laoreet.
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Aenean commodo ligula eget dolor. Aenean massa. Cum sociis natoque penatibus et magnis dis parturient montes, nascetur ridiculus mus. Donec quam felis, ultricies nec, pellentesque eu, pretium quis, sem. Nulla consequat massa quis enim. Donec pede justo, fringilla vel, aliquet nec, vulputate eget, arcu. In enim justo, rhoncus ut, imperdiet a, venenatis vitae, justo. Nullam dictum felis eu pede mollis pretium. Integer tincidunt. Cras dapibus. Vivamus elementum semper nisi. Aenean vulputate eleifend tellus. Aenean leo ligula, porttitor eu, consequat vitae, eleifend ac, enim. Aliquam lorem ante, dapibus in, viverra quis, feugiat a, tellus. Phasellus viverra nulla ut metus varius laoreet. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Aenean commodo ligula eget dolor. Aenean massa. Cum sociis natoque penatibus et magnis dis parturient montes, nascetur ridiculus mus. Donec quam felis, ultricies nec, pellentesque eu, pretium quis, sem. Nulla consequat massa quis enim. Donec pede justo, fringilla vel, aliquet nec, vulputate eget, arcu. In enim justo, rhoncus ut, imperdiet a, venenatis vitae, justo. Nullam dictum felis eu pede mollis pretium. Integer tincidunt. Cras dapibus. Vivamus elementum semper nisi. Aenean vulputate eleifend tellus. Aenean leo ligula, porttitor eu, consequat vitae, eleifend ac, enim. Aliquam lorem ante, dapibus in, viverra quis, feugiat a, tellus. Phasellus viverra nulla ut metus varius laoreet.
i n f o r m a t i o n snome: Cornelia.
Nome di origine latina, deriva dal termine cornu, ovvero "corno": all'epoca questo era simbolo di ricchezza, prosperità e potenza; inoltre si credeva fosse un efficiente amuleto contro la sfortuna. Dare il nome Cornelia o Cornelio ad un bambino era anche un augurio di buon auspicio. Non fu dunque dettata dal caso la scelta che fecero i suoi genitori,Barbara Breen e Oliver Thornburn., ma dalla speranza di augurarle un futuro luminoso, distante il più possibile dalla loro realtà.
cognome: Thornburn.
Comune cognome d'origine irlandese, appartiene in realtà ad una famiglia minore di Shadowhunters, che per secoli si è fatta protettrice dell'ordine nell'Irlanda del Nord, tenendo lontano il caos che invece colpì duramente l'Inghilterra e l'America.
Età: Diciotto anni.
data e luogo di nascita: Nasce nelle prime ore di in un mite mattino invernale il 24 Dicembre in Inghilterra, a York.
status sociale: Medio.
La famiglia non ha mai avuto nessun problema di tipo economico, garantendosi e garantendole una vita adagiata. A seguito della loro tragica scomparsa, la ragazza si ritrovò tra le mani una dignitosa eredità, da dover dividere con un fratello di cui scoprì l'esistenza solo un paio di anni prima, ancora un completo sconosciuto.
status civile: Nubile.
-completare
occupazione: - da aggiungere
orientamento sessuale: Bisessuale.
- completare
Razza: Essere umano; Nephilim. (?)

segni particolari: Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Aenean commodo ligula eget dolor. Aenean massa. Cum sociis natoque penatibus et magnis dis parturient montes, nascetur ridiculus mus. Donec quam felis, ultricies nec, pellentesque eu, pretium quis, sem. Nulla consequat massa quis enim. Donec pede justo, fringilla vel, aliquet nec, vulputate eget, arcu. In enim justo, rhoncus ut, imperdiet a, venenatis vitae, justo. Nullam dictum felis eu pede mollis pretium. Integer tincidunt. Cras dapibus. Vivamus elementum semper nisi. Aenean vulputate eleifend tellus. Aenean leo ligula, porttitor eu, consequat vitae, eleifend ac, enim. Aliquam lorem ante, dapibus in, viverra quis, feugiat a, tellus. Phasellus viverra nulla ut metus varius laoreet.

W
H
O
A
M
I?
psicologia: Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Aenean commodo ligula eget dolor. Aenean massa. Cum sociis natoque penatibus et magnis dis parturient montes, nascetur ridiculus mus. Donec quam felis, ultricies nec, pellentesque eu, pretium quis, sem. Nulla consequat massa quis enim. Donec pede justo, fringilla vel, aliquet nec, vulputate eget, arcu. In enim justo, rhoncus ut, imperdiet a, venenatis vitae, justo. Nullam dictum felis eu pede mollis pretium. Integer tincidunt. Cras dapibus. Vivamus elementum semper nisi. Aenean vulputate eleifend tellus. Aenean leo ligula, porttitor eu, consequat vitae, eleifend ac, enim. Aliquam lorem ante, dapibus in, viverra quis, feugiat a, tellus. Phasellus viverra nulla ut metus varius laoreet.
caratteristiche fisiche: Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Aenean commodo ligula eget dolor. Aenean massa. Cum sociis natoque penatibus et magnis dis parturient montes, nascetur ridiculus mus. Donec quam felis, ultricies nec, pellentesque eu, pretium quis, sem. Nulla consequat massa quis enim. Donec pede justo, fringilla vel, aliquet nec, vulputate eget, arcu. In enim justo, rhoncus ut, imperdiet a, venenatis vitae, justo. Nullam dictum felis eu pede mollis pretium. Integer tincidunt. Cras dapibus. Vivamus elementum semper nisi. Aenean vulputate eleifend tellus. Aenean leo ligula, porttitor eu, consequat vitae, eleifend ac, enim. Aliquam lorem ante, dapibus in, viverra quis, feugiat a, tellus. Phasellus viverra nulla ut metus varius laoreet.


Originale by Kyrie0201

Code by ’’stormborn ©







Role:
l




tumblr_le5kxo7j7M1qaq604o1_500-Copia_zpsb4980ae7
Cornelia Thornburn | Diciottenne | Nephilim | Outfit:


Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisici elit, sed eiusmod tempor incidunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquid ex ea commodi consequat. Quis aute iure reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint obcaecat cupiditat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum.



CODICE ROLE SCHEME © dominionpf

[/QUOTE]


Edited by Wednesday_ - 4/4/2016, 22:49
 
Top
Wednesday_
view post Posted on 5/4/2016, 15:23








tumblr_le5kxo7j7M1qaq604o1_500-Copia_zpsb4980ae7
Sylvia Prato | Sedicenne | Studentessa | outfit


Tell me,
Would you k i l l
to save a l i f e ... ?

Ogni tanto le capitava ancora. E la cosa che le dava più fastidio era il fatto che le accadesse all'improvviso, dal nulla; senza riuscire a controllarla, senza riuscire a controllarsi. I battiti acceleravano ed il cuore iniziava a battere così prepotentemente da farle credere fosse realmente in procinto di esplodere nel petto da un momento all'altro. Una fitta pungente le prendeva lo stomaco, costringendola a rimanere immobile e a respirare lentamente. Le mani non rispondevano più ai suoi comandi, prese alla sprovvista da un fastidioso ed insistente tremolio. ... E le lacrime non si curavano di rigarle, graffiarle il viso, né di gonfiare, arrossare i suoi occhi.
Fortunatamente le capitava solo a casa, lontano dall'attenzione altrui ma, soprattutto, dagli occhi dei suoi genitori. Sfortunatamente, però, le succedeva sempre prima che si coricasse per andare a dormire, rendendole così difficile il sonno ed il riposo, andando a comprometterle inevitabilmente il risveglio. Puntuale come un orologio svizzero, veniva svegliata da un mal di testa tale che riusciva a spogliarla di qualsiasi voglia ed energia; l'unica cosa che le rimaneva da fare era voltarsi a pancia in giù, inerme, costringendo gli occhi a rimanere chiusi fino a ché non si fosse addormentata di nuovo.

Nonostante fossero passati ormai mesi dall'accaduto, le immagini, le sensazioni e le emozioni che l'avevano sopraffatta quel giorno continuavano a tormentarla, rendendole davvero difficile convivere con sé stessa. Come se tutto questo non fosse abbastanza, Miriam non aveva mai smesso di scriverle periodicamente messaggi nei quali la teneva aggiornata sulla loro salute e la ringraziava per averli salvati entrambi. Più volte aveva pensato di cambiare numero di telefono o di bloccare il suo, eppure ad ora non era ancora riuscita a farlo. ... E mai come quella sera ne fu sinceramente contenta. Mai come quella sera fu felice di provare quel malessere. Seduta sul bordo del letto, non riusciva a distogliere gli occhi dallo schermo del cellulare e dalla foto che le era stata inviata dalla ragazza, seppur le lacrime le impedivano di mettere bene a fuoco la piccola figura che quello scatto aveva immortalato.
Presa com'era dal momento, dalla notizia e da tutto quel virtiginoso uragano di emozioni e pensieri, finì con l'addormentarsi ancora vestita e con il telefono stretto in mano, nel pieno di una rivolta interiore che aveva come palcoscenico il suo cuore.

... There is a f i r e inside of this heart
and a r i o t about to explode into flames ...


A svegliarla quella mattina non fu il trillo della sveglia, sempre puntata con largo anticipo sulla tabella di marcia, né il simpatico mal di testa che non tardò a darle il buongiorno quando si tirò in piedi, ma bensì le lamentele del suo stomaco che la minacciavano di continuare ad infastidirla finché non si fosse decisa a riempirlo. In un primo momento indugiò nel letto, con gli occhi ancora pesanti per il sonno, due fessure fisse su coperte che non vedeva realmente. Solo quando allungò il braccio per cercare il cellulare e vedere l'ora si rese conto di non indossare il pigiama. Momentaneamente stordita, corrugò la fronte massaggiandosi la testa, mentre i ricordi lentamente riaffioravano, andando a riordinare i tasselli di quel complesso puzzle sparsi nella sua mente. Si portò seduta con gli occhi fissi sull'ora che comparve sul display, finendo col sospirare contrariata. Le sei del mattino. Le andava bene svegliarsi mezz'ora in anticipo, ma un'ora era decisamente troppo anche per lei. Sbloccata la schermata iniziale, si ritrovò sotto gli occhi la fotografia sulla quale si era imbambolata la sera precedente prima di crollare esausta. Da lenzuola verdi, spuntava il piccolo faccino di un bebè paonazzo; non stava piangendo, al contrario: sembrava essere beatamente sereno. Accennato ma sincero, il sorriso decise finalmente di svegliarsi e di appropriarsi delle sue labbra.« ... Lorenzo. »

Visto il tempo che aveva a disposizione decise di prepararsi un bel porridge caldo per colazione, con una bella mela tagliata a cubetti e una spolverata abbondante di cannella; in autunno e in inverno era decisamente una delle cose che più adorasse mangiare appena sveglia. Mise a bollire anche dell'acqua per il thé, e mentre aspettava che l'avena assorbisse tutto il latte, riempì anche la moka con il caffè per i suoi genitori, preparando un paio di tovagliette sul tavolo anche per loro; almeno per quella mattina avrebbero potuto prendersela un po' più con calma anche loro. Quanto a lei... Il pensiero del lunedì non la metteva particolarmente di buon umore. Scuola. Sbuffò, mentre versava la colazione nella ciotola, rimanendo a mangiare in piedi contro la cucina sovrappensiero.
Le lezioni erano cominciate da un paio di settimane ormai, ma lei non si era ancora abituata all'idea, né tanto meno all'ambiente. Dopo mesi passati lontana dalla struttura scolastica, rimetterci piede non era stato per nulla facile. Scuola nuova. Compagni nuovi. Anno nuovo. ... O così voleva presentarsi. Ma l'edificio non era poi così diverso dalla scuola da cui proveniva e l'unica cosa che rendeva diversi i ragazzi che la frequentavano erano i connotati; le personalità, i caratteri, le abitudini, i sogni ed i timori erano sempre gli stessi. Così come l'anno che le si prospettava davanti non era poi così nuovo per lei, da brava ripetente qual era. Durante tutto il mese di agosto aveva provato a prepararsi psicologicamente a ciò che l'attendeva dietro la porta, ma arrivato il fatidico giorno si rese conto di quanto inutili si rivelarono essere i suoi sforzi. Odiava chiudersi tra quelle mura; odiava le occhiate che riceveva; odiava i sussurri nei corridoi; odiava i vividi ricordi che quotidianamente volevano provare a soffocarla.
Odiava il fatto stesso di odiare qualcosa e qualcuno.

Rimase a fissare la tazza vuota come se sperasse che una qualche soluzione potesse realmente emergere per magia dal fondo bianco, pronta a salvarla da sé stessa e dalla giornata che non poteva evitare. Purtroppo però, anche quella mattina non accadde nulla e l'inesorabile scorrere del tempo iniziava a metterle fretta. Ripose tutto nella lavastoviglie e corse ad occupare il bagno, prima che gli altri pretendenti lo reclamassero, concedendosi una rapida doccia calda che riuscì a scrollarle un po' di dosso la tensione. Peccato non fu altrettanto d'aiuto per il mal di testa, che continuava a pulsarle all'altezza delle tempie al pari di un martello pneumatico. Sciacquati anche denti e viso, e messa un po' di crema e del burrocacao sulle labbra screpolate, uscì finalmente dal bagno, venendo accolta subito da un intenso odore di caffè, accompagnato dal leggero brusio della radio. Se i suoi genitori si erano svegliati, significava che aveva giusto il tempo di vestirsi e preparare lo zaino, prima di uscire ed andare a prendere il tram. Il Tempo quella mattina doveva essere particolarmente eccitato per correre così velocemente; almeno lui sembrava essere di buon umore. Sperò solo riuscisse a misurare e distribuire quell'eccitazione per tutta la mattinata, così da liberarla il più presto possibile dall'incubo che l'attendeva.

Matematica. Scienze Umane. Ora buca.
Mettere una verifica alla prima ora di lunedì era illegale in qualsiasi universo, specialmente se aveva a che fare con numeri e formule. Non che avesse problemi con la materia, ma ne avrebbe comunque fatto volentieri a meno. Come avrebbe preferito non dover assistere ad una delle noiosissime lezioni del professor Lia, che come al solito si perse in lunghe digressioni che resero ancora più confuse le sue spiegazioni. "Fortunatamente" la professoressa di storia non si presentò a lezione, regalando una piacevole ora buca a tutti. Meno che a lei. Chiacchere si sovrapposero ad altre chiacchere dando inizio ad un vociare che favorì la sua emicrania ed il suo pessimo umore, occhiate e tentativi di conversazioni morte sul nascere da parte di alcune ragazze che ancora non si eran date per vinte, nonostante il suo palese disinteresse a rivolgere loro parola. Passò l'ora con le cuffie alle orecchie e gli occhiali da sole indossati, senza staccare le spalle dal calorifero ancora spento ed i piedi dalla sedia, isolandosi da tutto quel che le accadeva intorno. La filosofia che era decisissima a seguire quell'anno era proprio quella: evitare il più possibile il contatto con i compagni e qualsiasi altro studente della scuola, salvo che non fosse strettamente necessario per lavori e compiti di gruppo; più fosse riuscita a tenere le persone distanti e più inosservata sarebbe riuscita a passare, meno problemi avrebbero sentito il bisogno di farle visita.
Peccato solo sembrasse avere una calamita per le attenzioni, specialmente di quel genere.

Appena suonò la campanella che annunciava l'inizio dell'intervallo, riordinò le sue cose nello zainetto prendendo con sé solamente il cellulare ed il portafoglio, per andare a sistemarsi tranquillamente in biblioteca. Di tutto l'istituto, era l'unico posto in cui riusciva a trovare un po' di pace, lontana da fastidiosi sguardi e dicerie. Approfittò della confusione e dell'assalto generale alle macchinette e al bar, per fare una piccola sosta in bagno; aveva assolutamente bisogno di rinfrescarsi il viso. Passò oltre i servizi femminili, pieni di voci e risa squillanti, e puntò dritta a quelli maschili, decisamente più silenziosi e meno frequentati. Non era la prima volta che vi entrava clandestinamente e riusciva anche a passare inosservata; quei pochi studenti con cui le capitò di imbattersi non si erano mai posti domande, scambiandola senza alcuna difficoltà per uno di loro. D'altronde, ad un primo sguardo, con la sua altezza, il taglio di capelli, l'assenza di curve, i suoi lineamenti spigolosi ed il suo abbigliamento era difficile riuscire scambiarla per la ragazza che era.
Aveva appena chiuso il rubinetto, quando sentì delle voci raggiungerla rapidamente; due studenti fecero il loro clamoroso ingresso e non ci volevano abilità speciali per capire cosa sarebbe accaduto da lì a pochi minuti. Per questo motivo si voltò nuovamente verso il lavabo, dando le spalle alle porte dei bagni, ed approfittando così della parete che celava perfettamente la sua presenza. In una qualsiasi altra situazione non si sarebbe fatta alcun tipo di problema a lasciare i servizi come se nulla fosse, ma il tonfo e la voce che udì bloccarono i suoi passi all'istante. Per lei, quelli non erano affatto studenti, ma problemi. Proprio quel genere di problemi che stava cercando di evitare a tutti i costi da quando aveva messo piede in quella scuola. Leggermente china sul lavandino, con i pugni stretti sul bordo, chiuse gli occhi, obbligandosi a non ascoltare la loro animata conversazione. ... Purtroppo però non fece che peggiorare ulteriormente la sua situazione. Appena chiuse le palpebre, frammenti di immagini iniziarono a sovrapporsi nella sua mente: le pareti di un bagno, la voce dell'acqua che usciva dai rubinetti, sagome di ragazze ora in piedi, ora a terra....
Improvvisamente, l'aria le venne a mancare, tanto da farle credere di soffocare. E quando si decise a riaprire gli occhi... Aveva ormai perso il controllo sulle sue azioni.
« ... Mi stavo giusto chiedendo da dove provenisse quest'orribile odore, dimenticandomi per un attimo di essere nel tempio delle merde. E sfortunatamente ne ho una davvero enorme che, non solo mi urta particolarmente, ma mi blocca anche il passaggio. » Sospirò, passandosi distrattamente una mano tra i capelli, palesando la sua presenza con sin troppa nonchalance. Lo schifo ed il nervoso che stava provando arrivò alle stelle, nell'assistere alla scena: il solito energumeno tutto muscoli e niente cervello, talmente ghiotto che poteva sfamare le sue voglie malsane riempendosi la pancia solamente facendo il pieno di piccole e deboli prede. Come previsto attirò l'attenzione del ragazzo, ma non riuscì comunque a distrarlo dal pugno che riservò al ragazzino, che inevitabilmente scoppiò in lacrime. Quando finalmente si prese la briga di dedicarle la sua completa attenzione, fece segno con il capo al ragazzino, incitandolo ad uscire alla svelta da lì; nonostante lo shock, le lacrime ed il dolore che stesse provando, reagì abbastanza rapidamente, lasciandoli soli. « ... I tipi come te non mi piacciono! Non li sopporto i samaritani! » Non rispose alla provocazione, non aveva alcuna intenzione di sprecare ulteriore fiato, sfidandolo apertamente con lo sguardo ed il leggero ghigno che le aveva incurvato le labbra. « Merda- » Lui. La situazione. In quel momento era realmente tutto una merda. Si lasciò spintonare, cadendo inevitabilmente a terra, ma riuscendo per fortuna ad evitare i lavandini. Mai giorno fu più azzeccato per indossare dei jeans strappati. Non le piaceva per nulla alzare le mani, né tanto meno abbassarsi al livello di persone del genere, ma ormai era dentro... Ed era l'unica cosa che le avrebbe permesso di non finire dritta in ospedale, e di non riempire così i suoi genitori di preoccupazioni che a fatica sembravano essersi finalmente assopite. « Sei fiachetto! Siamo sicuri che sei un maschietto?! » Non tardò a rimettersi in piedi, rispondendogli semplicemente con un sputo degno di un lama. Sostenne il suo sguardo per nulla intimorita; l'unica cosa che si poteva leggere nei suoi occhi cristallini era un profondo schifo. Sapeva che non avrebbe fatto altro che istigarlo ulteriormente, come sapeva che non sarebbe comunque uscita illesa dai bagni quel giorno. Non riuscì ad eludere la presa del ragazzo, che senza troppa fatica tenendola stretta per il colletto della felpa e le caricò un pugno in pieno viso; al momento però era troppo occupata a calciarlo e dimenarsi per sentire il dolore e accorgersi del rivolo di sangue che fece capolino dalle sue labbra. Fece giusto in tempo a mordergli il polso, costringendolo a lasciare la presa, che un paio di professori si decidessero finalmente ad intervenire. ... Ed ovviamente non le diedero nemmeno il tempo di spiegare quanto fosse accaduto, che si ritrovò costretta a subire in silenzio la loro strigliata e la nota che il vicepreside scrisse di suo pugno sul registro di classe. Non le sfuggì l'occhiata che l'uomo le lanciò, ben sapendo a cosa era dovuta la croce invisibile che appose su di lei. « Il lupo perde il pelo, ma non il vizio... Eh? » L'aveva segnata. Ancora una volta era stata segnata ingiustamente. E se fino a quel momento era riuscita a non attirare troppo la loro attenzione, quel giorno era riuscita ad assicurarsi maggiori attenzioni anche da parte del collegio docenti.
« ... Ancora una cosa. Per questa volta chiuderò un occhio e non solo eviterò a voi la sospensione, ma anche di dare dispiacere alle vostre famiglie già ad inizio anno. » Aveva già recuperato il registro, pronta per tornare in classe, quando il professore parlò nuovamente, inchiodandoli ancora nel suo ufficio. Si morse la lingua cercando di rimanere concentrata ed evitare di sbuffare o alzare gli occhi al soffitto, e compromettere così ulteriormente la sua rosea situazione. « Tra non molto si terrà l'open day del liceo e servono volontari che se ne occupino. ... Mi fa molto piacere aver ricevuto le vostre proposte. Mi raccomando fateci fare bella figura...! » Non le piaceva urlare, ma in quel momento l'avrebbe fatto davvero molto volentieri. Si sentì scoppiare. Perché si era cacciata in quella situazione? Perché stava succedendo a lei? « Perché...?!?! »
Sulla porta, prima di dare le spalle al ragazzo del quinto anno ed andare in palestra per le due ore di educazione fisica, gli riservò un'ultima occhiata tagliente, colma di gratitudine. « ... Vero. Per portare fortuna, bisogna pestarla la merda Sylvia...! »

Volendo provare a cogliere il lato positivo della situazione, un po' di fortuna alla fine l'aveva sfiorata. Era stata giustificata dalla professoressa a non prendere parte alla lezione di educazione fisica, se non se la fosse sentita... E bastava veramente guardare la sua faccia per capire quale fosse la sua intenzione. Con il ghiaccio secco premuto sulla guancia e le cuffie alle orecchie, rimase seduta sul pavimento accanto alla cattedra della palestra, cercando un po' di consolazione nella musica e nel piccolo faccino arrossato di Lorenzo. Passò entrambe le ore cercando di liberarsi dalla pesantezza della negatività che aveva deciso di abbracciarla quel giorno, provando a pensare a qualcosa da poter scrivere a Miriam. Non lo aveva mai fatto e si sentiva fastidiosamente a disagio anche solo al pensiero di inviargli "A".
Alla fine, nemmeno quel giorno la ragazza ricevette alcuna risposta da parte sua.

Al termine delle lezioni, si alzò a fatica dal pavimento grazie alla dolorosa botta sul fondoschiena; non era stata affatto una mossa furba stare in quella posizione per due ore consecutive. Nonostante ben sapesse che la sua giornata scolastica non sarebbe finita lì quella mattina, indossò comunque gli occhiali da sole, volendo evitare qualsiasi sguardo. Con lo zainetto su una spalla e la giacca sul braccio, raggiunse con molta calma l'aula che le era stata indicata, ancora incredula e infastidita. Come se non bastasse, incrociò sulla soglia proprio la merda che l'aveva coinvolta in quella situazione. Lo lasciò entrare, decidendo di ritardare ancora di qualche minuto il suo ingresso, entrando invece nell'aula accanto; la responsabile dell'infermeria si stava preparando a chiuderla, ma fortunatamente non la privò di un'altra bustina di ghiaccio secco. Con un po' di fortuna la botta sul viso non sarebbe diventata troppo scura ed il gonfiore non sarebbe peggiorato; magari sarebbe anche riuscita a nasconderla ai genitori.
Varcò con sicurezza la porta dell'aula detenzioni, puntando dritta ad un banco vuoto. Solo una volta che si sedette, osò posare rapidamente lo sguardo nascosto dalle lenti sugli studenti presenti, non riconoscendo fortunatamente nessuno; ... tranne che il responsabile della sua presenza lì. Inutile dire che né si presentò, né accennò ad un saluto, sperando che i presenti avessero l'intelligenza necessaria per capire che non era proprio il caso di romperle le scatole con chiacchere inutili.
Con il gomito poggiato sul banco e la bustina del ghiaccio sulla guancia, sperò di potersi liberare presto di quel peso, cercando di allontanare la strana e fastidiosa sensazione che l'aveva assalita quando aveva messo piede in quell'aula.




CODICE ROLE SCHEME © dominionpf


Edited by Wednesday_ - 23/5/2016, 21:50
 
Top
Wednesday_
view post Posted on 6/5/2016, 17:56





tumblr_mbksd1l1Fx1qf286vo3_r3_250_zpscd12bf1b

Victoria Fisher

Studentessa // 22 // Umana // Scheda // Outfit

Non era poi così falso o assurdo dire che Victoria fosse innamorata della sua facoltà. I sentimenti che l'arte, con ogni sua forma e con le sue innumerevoli storie, le trasmetteva e le faceva provare erano qualcosa di estremamente complesso da descrivere; qualcosa che nessuna persona era riuscita a farle sentire. Sicurezza, libertà, possibilità. Era l'unico mondo in cui poteva rifugiarsi, senza timore di dare preoccupazione o noia. L'unica realtà in cui la parola "impossibile" non esisteva. Era evidente che circondarsi e parlare di quadri, sculture, pennellate, colori e perdersi in conversazioni apparentemente senza capo né coda la facesse realmente sentire serena ed in pace con sé stessa. Era stata fortunata a trovare qualcuno di così vicino come Madalaine che condividesse questo suo interesse: non solo le aveva avvicinate, ma grazie a questa era riuscita ad aprirsi un po' di più nei suoi confronti, trovando un'amica ed un'alleata preziosa. Come poteva non essere gelosa dell'unica persona che era riuscita ad entrarle così intimamente nel cuore? Si perse qualche istante a guardarla sovrappensiero con un bel sorriso stampato sulle labbra, beandosi della sua voce. Si voltò verso il gemello solo quando si sentì riprendere scherzosamente da lui, riservandogli una piccola ed infantile linguaccia. Non era ruffiana, era semplicemente... Sé stessa; con loro due più di chiunque altro. « A tal proposito, dovresti prendermi un po' ad esempio, sai? Il tuo sorriso diventerebbe alquanto pericoloso. »
Gli prese una guancia, improvvisandosi una simpaticissima ed adorabile zia che si divertiva terribilmente a giocare con il nipotino. L'unica cosa che stonava un po' con l'immagine, era quella leggera nota di malizia nella sua voce, che in presenza dei gemelli London spesso e volentieri si lasciava molto andare. Non che lo facesse apposta, anzi. E forse era proprio questo aspetto a rendere il tutto ancora più disarmante.
Beatamente a braccetto dei due, rischiò quasi di inciampare nel nulla sentendo Nathan offrirsi per accompagnarle a fare la spesa. Era decisamente una piacevole novità. « ... Sempre se domani non si svegli con la febbre! E non ti conviene, avremo veramente bisogno di un uomo che si faccia carico delle questioni... Pesanti. » commentò di rimando mentre annuiva con sicurezza tra sé. Le parole di Maddie non erano affatto esagerate: la sua dispensa era realmente in condizioni critiche. « Affinché non si ammali, quindi, dobbiamo assolutamente mettere il turbo, altrimenti rischiamo che crolli in mezzo alla strada Maddie! » rise rivolgendosi all'amica, mentre stringeva la presa attorno alle loro braccia, camminando spedita verso la loro meta.

Non ebbe tempo di mettere piede in casa, che Madalaine declinò prontamente ogni proposta di aiuto da parte loro. Con la fronte corrucciata, l'indice sospeso a mezz'aria e le labbra leggermente schiuse, rimase qualche istante immobile all'ingresso, seguendo la ragazza con lo sguardo. Ormai doveva essere abituata, ma non le piaceva affatto starsene con le mani in mano e lasciare fare tutto a lei, anche se era davvero meglio così per tutti; appartamento incluso. Imbronciata si sfilò le scarpe, abbandonandoci accanto lo zainetto, e proprio mentre stava per controbattere ed offrirsi almeno per apparecchiare la tavola... Nathan la precedette di un paio di nanosecondi.« Vi siete messi d'accordo o cosa?! Non esiste che non faccia nulla! » raggiunse il ragazzo di corsa, frapponendosi tra lui e la porta del bagno. « ... Hai vinto questa battaglia, ma non la guerra. » gli sussurrò squadrandolo, mentre gli faceva segno che non lo avrebbe perso di vista. Lo precedette ed entrò prima di lui per lavarsi le mani, prendendosi una piccola rivincita: non che volesse davvero farlo, ma era una regola antica e molto importante quella di schizzare il vicino con le mani ancora bagnate; ed essendo la più grande, doveva sempre dar loro il buon esempio. Per questo motivo, fuggì prima che il ragazzo potesse dimostrarle che aveva imparato la lezione.
Visto che le era stato implicitamente chiesto di non mettere muso in cucina, osò giusto affacciarsi un istante e seguire i movimenti dell'amica, già pronta a mettersi ai fornelli. « Ah... io ed il mio pancino mangeremo qualsiasi cosa, quindi per noi va benissimo! » si affrettò a rispondere alla sua domanda con qualche minuto di ritardo, regalandole un sorriso a trentadue denti. « Dopo mi toccherà per forza lavare i piatti. E no, non voglio nessuno che mi controlli. Non toccherò i fornelli, lo giuro. » affermò con decisione, accompagnando quel giuramento con una mano sul cuore.
Momentaneamente sconfitta, andò a sedersi sul divano, abbandonandosi contro lo schienale mentre si stiracchiava le braccia sopra la testa. Solo in quel momento realizzò quanto stanca fosse. Questo però non riuscì ad incrinare il suo buon umore: adorava passare il tempo con loro ed i momenti come quello, in cui riuscivano a stare tranquillamente insieme e ad essere semplicemente loro stessi senza troppi pensieri, erano decisamente i suoi preferiti.

CODICE ROLE SCHEME © dominionpf



Edited by Wednesday_ - 24/5/2016, 20:29
 
Top
Wednesday_
view post Posted on 18/5/2016, 23:26





tumblr_mbksd1l1Fx1qf286vo3_r3_250_zpscd12bf1b

Shiori Endō

Studentessa // Sedicenne // Umana // Scheda

Do you?
I dubbi sono...
Antipatici. Fastidiosi. Insopportabili.

Ci riempiono il cuore di domande e di paure.
Ci vogliono far sentire vulnerabili ed insicuri.
Ci mettono di fronte a verità scomode.

I dubbi sono...
Alleati. Possibilità. Necessari.

Ci aiutano a capire chi siamo, cosa vogliamo.
Ci ricordano costantemente che
non esiste una sola interpretazione della vita.



"Non ha 'senso' pensare al 'senso della vita',
è molto meglio viverla! Non sei d'accordo?"


« … Non sono d'accordo.
Sono d'accordo.
Non sono d'accordo.
Sono d'accordo...
»
Fissò l'ultimo petalo rosa intrappolato tra le sue dita, completamente immersa nei suoi pensieri; da come lo stesse guardando nessuno sarebbe stato in grado di capire se volesse stringerlo per sgretolarlo e ridurlo in polvere, o se volesse aggrapparvisi come fosse la sua ancora di salvezza.
Era d'accordo. … Lo era davvero?
Era questo il suo desiderio? … Ne aveva paura?
« Perché...?! »
L'incubo che l'aveva abbracciata la notte appena trascorsa aveva una calligrafia dolce, tonda, un po' infantile; così apparentemente fragile e sottile sulla carta il tratto della matita da cui era nata... Così spaventosamente indelebile nella sua mente.
Sessantasei lettere. Ventisette sillabe. Quattordici parole.
Ed ancora una volta tutto si poteva riassume con due semplici parole; un nome che si era prepotentemente impossessato - minuto più, minuto meno - delle sue ultime quarantotto ore. Akito Miura.
Trenta minuti ancora. Trenta minuti, proprio come trenta minuti prima. Al tempo piace davvero giocare con la pazienza delle persone e divertirsi alle loro spalle: ama correre quando desideriamo goderci tranquillamente un momento, ed adora camminare lentamente quando invece abbiamo un disperato bisogno della sua irrefrenabile corsa.
Chiuse le palpebre, piegando appena la testa indietro per poggiarla sul il muretto contro cui era sistemata la panchina sulla quale era seduta, cercando di inspirare ed espirare regolarmente: tutto nel tentativo di calmare l'agitazione che quella mattina le aveva dato il buongiorno. Con il cuore in gola e la testa che le pulsava senza tregua, temeva davvero di non riuscire a superare illesa quella giornata. Troppe domande a cui non sapeva rispondere, a cui temeva rispondere. Troppi dubbi alimentati da un timore che non si spiegava, che non voleva spiegarsi.
... Stava decisamente pensando troppo. Più di quanto non era solita fare. Più di quanto non avesse fatto negli ultimi due giorni.

"Non ha 'senso' pensare al 'senso della vita',
è molto meglio viverla! Non sei d'accordo?"

Improvvisamente, le lievi rughe sulla sua fronte si rilassarono fino a scomparire e sulle sue labbra comparve finalmente l'ombra di un sorriso. Non era sicura fosse la migliore soluzione per lei in quel momento; non era sicura di voler scoprire se fosse davvero la soluzione di cui avesse bisogno. Non era sicura di nulla in realtà, se non di voler essere più serena e tranquilla. « ... Che male c'è nel provare a seguire il suo consiglio? E poi, nessuno lo verrà a sapere; nemmeno lui. Comunque vada l'esperimento, tornerà sicuramente utile per il compito, quindi... » Tirò fuori dalla tasca della giacca il cellulare e, con gli auricolari alle orecchie, avviò la playlist casuale: Yiruma sembrava volesse darle il suo completo appoggio con River Flows in You; non solo era uno dei brani che più adorava del pianista, ma era anche uno dei suoi preferiti in assoluto. Una carezza gentile e confortevole. Un soffio fresco e delicato. Una danza che legava perfettamente emozioni tra loro contrastanti, riuscendo a dar vita ad un personale ed unico dipinto fatto di pennellate decise ma imprevedibili.
Aveva deciso. E comunque sarebbe andata a finire quella giornata, qualsiasi cosa avrebbe portato con sé, non l'avrebbe rimpianto. Per quel giorno, solo per quel giorno, si sarebbe lasciata trasportare dal suo fiume.

D'un tratto si fermò in mezzo al cortile della scuola, voltandosi verso i due amici e squadrandoli con sguardo inquisitore. « E' da quando ci siamo incontrati che non fate che guardarmi... così. Non capisco, sembra stiate guardando un fantasma! Non è che ho qualcosa sulla divisa? ... Sui capelli?! » chiese perplessa posando gli occhi prima su uno e poi sull'altra; prese anche a scuotere un po' la divisa ed i capelli, come a volersi liberare di qualcosa. Riko e Ren si scambiarono una rapida occhiata, che non sfuggì all'amica, rimanendo per qualche secondo impacciati. « E' che... Pensavamo saresti stata nervosa oggi, per tutta quella questione... E invece sei... Così... » « ... E non hai smesso un attimo di sorridere...! Non che ci sia qualcosa di strano, ma... » Rimase ad ascoltarli con le mani sui fianchi, cercando di trattenere le risa che avrebbero altrimenti interrotto il loro pessimo tentativo di rispondere alla sua semplice domanda. In realtà sapeva bene a cosa si stessero riferendo e si aspettava questa loro reazione: sapevano bene quanto era brava a rendere stressante quello che in realtà poteva essere un semplicissimo ed innocuo pensiero, e quanto male era in grado di farsi fino a che non avesse trovato il modo di fare nuovamente pace con sé stessa. Vista la situazione in cui si era ritrovata grazie a Miura, anche le loro ultime quarantotto ore non furono così spensierate, preoccupati di come si sarebbe sentita nei giorni a venire e di come avrebbe reagito. Per questo motivo vederla così serena li colse alla sprovvista. Non sapevano come interpretarla e non erano così sicuri fosse realmente qualcosa di buono. Non erano i soli, d'altronde. Ma non voleva si preoccupassero inutilmente per lei. Per quel giorno sarebbe stata bene, lo sentiva. Ed era inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta. « Siete impossibili! Non dovreste preoccuparvi così quando sto bene! ...Aaah! Non vorrete mica farmi arrabbiare, vero?! Potrei anche decidere di non offrirvi più il pranzo che vi devo... » cercò di rimanere seria, specialmente con quella infantile minaccia, ma non riuscì proprio a non ridere nel vedere la loro tensione sciogliersi mentre si apprestavano a rincorrerla fino all'atrio. Fu inevitabile l'attenzione che gli studenti riservarono ai tre, visto il loro insolito comportamento. Riko non dava mai nell'occhio, sempre posata e tranquilla tra le mura scolastiche, e Ren non era proprio il tipo da mostrare così facilmente i suoi sentimenti; e Shiori... Era Shiori Endō! Riuscire a vederla ridere così sinceramente era davvero impossibile. « ... Dopo questa, ci devi il pranzo per almeno una settimana. » la minacciò il ragazzo a voce bassa, riservandole uno sguardo che diceva molto di più. Colse anche il silenzioso annuire di Riko, presa a cambiarsi le scarpe e a calmare il respiro dopo la corsa improvvisa. « Passa per un saluto prima di andartene oggi; le matricole non sono le uniche a volerti vedere... » la salutò dandole una pacca sulla spalla, raggiungendo subito dopo i suoi compagni. Shiori si limitò a sorridergli e ad annuirgli, salutandolo semplicemente con la mano mentre si accingeva a darle le spalle. « Riko, non dire niente. Lo so. Lo so... Quell'idiota! » chiuse l'armadietto dopo averci infilato le scarpe e la piccola borsa di tela con il cambio, scrollandosi di dosso i pensieri legati all'amico. Riko le sorrise, facendo altrettanto. Neanche lei voleva rovinare la bella atmosfera che si era creata con stupidi pensieri. « Visto che grazie a te avrò gli occhi puntati addosso per un po' - e sai bene quanto lo adori - pensavo che dovresti portarci in quel bel locale vicino a casa tua... » « ... Ceerto Riko, continua a sognare! »

Si rese conto che gli ultimi venti minuti non aveva rivolto i pensieri a Miura solo quando varcò la soglia della classe ed incrociò inevitabilmente il suo sguardo. Era seduto al suo posto, incredibilmente in orario; proprio come aveva detto Nakajima. Si aspettava di ricevere il suo solito sguardo e di sentirlo pronunciare tanto impudentemente il suo nome. Ma non accadde nulla. Quando raggiunse il suo banco, gli occhi del ragazzo avevano già spostato l'attenzione altrove; nessuno dei due sembrava intenzionato a salutare. Rivolse un'occhiata perplessa a Riko, che le rispose silenziosamente con una semplice alzata di spalle. Senza pensarci troppo, si soffermò un istante a guardarlo; nessuna pressione, nessuna insistenza. Colse qualcosa a cui non seppe dare però nome. L'unica cosa di cui riusciva ad essere sicura era il fatto che non stesse affatto giocando.
Seduta al suo posto, si ritrovò a pensare distrattamente a lui. Gli occhi ed il corpo rivolsero la loro completa attenzione alle lezioni, ma la sua mente era occupata da bel altri pensieri. Strano. Il suo sguardo. Il suo comportamento. Il suo silenzio. Sorprendentemente, si accorse che l'assenza del suo sorriso l'aveva turbata.

Era proprio vero. Il miglior modo per nascondere qualcosa era non nasconderlo affatto. Per questo motivo incontrarsi nell'aula dei professori si rivelò essere l'idea migliore. Non era insolito infatti vedere due studenti come lei e Nakajima entrarvi. L'unica cosa che avrebbe potuto far notizia era vederli insieme, viste le voci che avevano preso a circolare; ma quel giorno non diedero modo di aggiungere altri pettegolezzi, pensando bene di arrivare separatamente. Entrambi di fronte ad una delle bacheche con affissi diverse comunicazioni, passò al ragazzo tutto ciò che aveva strategicamente nascosto nel suo bento vuoto: il piccolo mp3* quadrato e gli auricolari neri, il piccolo registratore a forma di panda ed il biglietto piegato due volte su sé stesso. « Vedo che è tutto pronto. Al termine delle lezioni li troverà, ci penso io.» Annuì alle sue parole, rivolgendogli un sorriso. Stava giusto per ringraziarlo ancora per la sua disponibilità ed il suo aiuto, ma venne anticipata dal ragazzo. « Grazie, per quello che stai cercando di fare. » Venne colta di sorpresa, non aspettandosi minimamente il suo ringraziamento; non era certo un ragazzo semplice da decifrare, e tanta compostezza riusciva a coglierla di sorpresa in momenti come quello. « Figurati Nakajima, non devi ringraziarmi! E poi ancora non è detto vada tutto a buon fine... Non ci resta che incrociare le dita e sperare per il meglio. ...Ma anche allora, non ci sarà bisogno di ringraziarmi, davvero. » Si sentiva un po' a disagio: in fondo lo stava facendo solamente per sé, sia per tenere intatta la sua carriera scolastica, sia per una questione di orgoglio. O per lo meno, era nato tutto da questo. Pensandoci, in quel momento, non era più così sicura delle sue motivazioni. Sospirò leggermente, ma il sorriso non abbandonò le sue labbra. Come era decisissima a vincere quella sfida, quel giorno era altrettanto decisa a non crearsi problemi prima del tempo. Una parte di sé avrebbe voluto chiedere al ragazzo se avesse notato qualcosa di strano in Akito quel giorno o se era una reazione conseguente a quel biglietto anonimo; ciò nonostante, tenne per sé i suoi dubbi, non volendo dar loro modo di emergere ulteriormente. « Scrivimi se qualcosa va male, e anche per dirmi com'è andata... » « Lo farò senz'altro, grazie ancora per l'aiuto Nakajima! » Si salutarono molto discretamente, ed al suo cenno si limitò ad annuire e ad uscire prima di lui.

Curiosa. Dannatamente curiosa. Durante l'intervallo non era riuscita ad incrociare il Suo sguardo una sola volta ed ora si ritrovò a detestare la lro disposizione dei banchi. Quel giorno le sarebbe decisamente stato utile non occupare il banco di fronte a lui, perché non aveva modo di cogliere la sua espressione se non girandosi e rendendo così ovvio il suo intento.
L'unica occasione che le venne offerta non riuscì a sfruttarla pienamente, ma almeno ebbe la scusa di voltarsi e guardarlo un istante, mentre gli dava le fotocopie che la professoressa di storia aveva consegnato agli studenti delle prime file da farsi passare tra di loro; si allontanò giusto una manciata di minuti per andare a parlare con un collega fuori dall'aula, ma anche se voleva soffermarsi su di lui un istante in più, non trovò una scusa valida per farlo senza attirare scomode attenzioni.
... Peccato che queste riuscirono comunque a raggiungerla al termine delle lezioni. Fortunatamente aveva calcolato qualche minuto di imprevisto nella tabella di marcia. Stava sistemando con calma le sue cose, quando un paio di compagne di classe la raggiunsero, tenendola bloccata alla sedia. I sorrisini e le occhiate che si lanciarono le fecero scattare un campanello d'allarme... Ma ormai non poté fare altro che ascoltare ciò che avevano da dirle. « Endō! Volevamo chiederti... A proposito delle voci che stanno circolando, sì... Per caso... » « ... E' vero che stai frequentando qualcuno? Qualcuno di più piccolo?... Come si chiama Yoko? » « Mmh... Nakajima? Sì, Nakajima Kyoya! » « ... Eppure credevo ci fosse qualcosa con il tuo amico dell'ultimo anno... » Fu sufficiente una manciata di secondi per ritrovarsi l'attenzione dei più addosso, sentendosi un topolino in trappola. Con tutti i giorni che avevano a disposizione, dovevano per forza scegliere quello per cercare una sua conferma? E poi perché tirare in mezzo anche Ren?! Sorrise alle ragazze, scuotendo la testa, decisa a negare qualsiasi cosa. « Mi spiace deludervi, ma dovrete trovare qualcos'altro su cui fantasticare ragazze! » Sarebbe stato perfetto, se solo la sua voce non avesse deciso di vacillare proprio in quel momento, presa da una lieve agitazione... Che non c'entrava assolutamente nulla con la questione; fece finta di nulla, sperando che nessuno se ne fosse accorto. Si guardò con discrezione intorno, alzandosi poi in piedi ed avvicinandosi alle due con il cellulare. « E poi io sono già occupata, shh! Lui è l'amore della mia vita. Non è bellissimo? » Le due ragazze, colte di sorpresa per quella improvvisa rivelazione, eran già pronte ad esultare e a spargere la notizia... Ma vedendo la foto del suo micio rimasero interdette qualche istante, scoppiando subito dopo a ridere. Non le avrebbe tenute molto a bada, ma per il momento le bastò distrarle quanto bastava per svignarsela il prima possibile. Fece loro segno di non dirlo a nessuno, rivolgendosi poi verso l'amica. « Riko ti precedo, devo assolutamente correre dalle mie piccole del club! ... Ci sentiamo dopo! » « Ricevuto! » Il suo sorriso valeva molto più di un semplice in bocca al lupo.


CODICE ROLE SCHEME © dominionpf



*

T r a c k L i s t

1. Fotografia
2. Time Forgets
3. Do You?
4. River Flows in U
5. Passing By
6. Fairy Tale
7. Wait There





tumblr_le5kxo7j7M1qaq604o1_500-Copia_zpsb4980ae7
Cornelia Thornburn | 18 | Nephilim | outfit:

______________________________________

It’s cold
It’s just your mood

It’s strange
I don’t care about that

All that matters is that you came back to me

I had such a scary and bad nightmare
You left me forever
Even you can tell it’s a dream that doesn’t make sense
Because there’s no way I would lose you

Suddenly, you grow faint
I can’t seem to say anything

I’m afraid to open my eyes now
I wanna go to you, I wanna fall asleep again

It was so sweet that I had a terrible nightmare
You’re not here but everything is the same
In this dream the moment you left me
...

A cruel night is endlessly coming to me
I close my eyes again, taking me back to that dream

Into an eternal dream that I won’t ever wake from
_________________________________________

Cara Coco,
bimba mia bella,
qualsiasi cosa il futuro di riserverà
ricordati sempre una cosa:


La vita va vissuta.

Non piangere la morte di chi è nato.
Non sospirare al ricordo,
non cercare di riavere chi per sempre se n'è andato.
Offrigli un pensiero, una memoria,
ma non sognare troppo chi è perduto.

Vivi il giorno in tutta la sua gloria.
Il sole splende oggi come in passato.
Non gettare il tuo tempo,
ma dona amore a chi amore ti ha dato.
Abbraccia il presente
e non perdere le scelte che puoi fare.

Cavalca dai monti alle vallate,
sfida il fiume, la campagna ed il mare.
Alle stelle canta ogni incertezza,
purché senza mai smettere di amare.

S'inseguono le stagioni della luna,
la rosa nasce anche sopra la roccia;
l'erba cresce persino sulla duna,
perché da morte nuova vita sboccia.

Il bene che ti voglio
è un biglietto di andata e ritorno per la luna;

Tuo per sempre
Oliver Thornburn;

Papà.

In the middle of the night, when the Angels scream ...

Aveva letto quella lettera così tante volte nelle ultime quarantotto ore, che ormai l'aveva impressa non solo nella mente, ma anche nel cuore. Le bastava chiudere gli occhi per poter vedere quelle parole vestite dell'inconfondibile calligrafia del padre; per sentire la Sua voce dargli vita; per percepire il Suo sguardo profondo cercare di darle forza.
Fissò la sua figura, riflessa sul nero specchio d'acqua di un Meno incredibilmente silenzioso: bastò un istante a rompere la chiarezza e la tranquillità della sua immagine, proprio come era accaduto alla sua vita.
La nitidezza del suo profilo, della sua strada, era stata compromessa dall'inatteso respiro del vento, che portò con sé onde pronte a far sfumare e confondere ogni cosa; lei prima tra tutto. Non aveva mai pianto così tanto. Non si era mai sentita così sola. Non aveva mai desiderato così una bugia. Non aveva mai odiato così quel mondo.
... Un'altra persona. Un'estranea. Chiunque. Senza dubbio non Cornelia.

I don't want live a lie that I belive
...

E molto probabilmente quella Cornelia non sarebbe stata più la stessa che conosceva. Ma andava bene così. Per quanto questa consapevolezza potesse intimorirla, doveva accettarla. La Vita era anche e soprattutto questo: un viaggio non solo terreno, ma anche interiore, una crescita continua e inevitabile; un viaggio soggetto a più e più ripensamenti, cambiamenti e imprevisti, che portano a rivalutare di volta in volta la meta.
Per troppo tempo il sorriso non aveva baciato le sue labbra. Come l'ultimo che si era posato su di loro, anche quello che coraggiosamente decise di mostrarsi in quell'istante era rivolto alla Vita: una promessa solenne, l'impegno di mantenerla nei confronti delle persone che avevano dato la vita per la sua; per lei.
Prese un profondo respiro e si liberò di tutti i pensieri negativi che avevano banchettato ininterrottamente da due giorni. E come se si fosse svegliata da un brutto sonno, posò gli occhi su ciò che la stava circondando: per quanto tempo era rimasta seduta lì? La sera stava ormai tingendo il cielo di un blu che andava lentamente a scurirsi, abbracciando con il suo manto ogni cosa. Per la prima volta osò soffermare il suo sguardo sulle piccole figure che stavano giocando poco distanti da lei, divertendosi a confondere i lineamenti della sua immagine riflessa, proprio su quelle che sino a quel momento aveva ignorato con tanto impegno; sulla realtà che prepotentemente le si era presentata davanti, ora esigente della sua attenzione. Ma anche se i suoi occhi sembravano essere stati rapiti dalla loro presenza, la sua attenzione era lontana, completamente assorbita dalla curiosità e dall'eccitazione dell'incontro che tanto aveva segretamente immaginato e desiderato, l'unico aspetto positivo a cui riusciva a pensare in quel momento: « ... William. »

Time to DO or DIE.

Da quando il padre le aveva rivelato di non essere figlia unica, si era ritrovata a chiedersi più volte che tipo di persona fosse suo fratello, a chi somigliasse, cosa stesse facendo in quel preciso istante. E per quanto cercasse di non farsi alcuna aspettativa, per quanto provasse a non rivolgere così spesso i pensieri a lui - lui che molto probabilmente non avrebbe mai potuto incontrare -, continuava a cadere nella sua trappola.
Ora, quella remota e impossibile probabilità, stava per tramutarsi in certezza ed ancora non riusciva a crederci. Non sapeva nemmeno spiegare come si sentisse. Era certamente nervosa, eppure terribilmente eccitata, come una bambina la notte prima di andare in gita: lo stomaco in subbuglio, non riuscire a stare ferma un attimo, né tanto meno dormire; avrebbe voluto tanto presentarsi a modo e accoglierlo nel migliore dei modi, ma oltre a sistemare quel poco che c'era da riordinare in casa, non riuscì a combinare sostanzialmente nulla.

I will never forget
the m o m e n t s
...

Passò la notte nel letto del padre, avvolta in quelle coperte imbevute del suo profumo. Era la prima volta da quando ricevette la notizia della sua scomparsa che vi metteva piede. Quella stanza non era cambiata affatto nel corso dei mesi passati lontani: tutto era al suo posto, perfettamente in ordine, proprio come l'aveva lasciata. Come se si trovasse fuori dal tempo e dallo spazio, era l'unica cosa rimasta immutata.
Si stropicciò gli occhi con le mani, costringendosi a chiudere per qualche istante gli occhi. Piena. Decisamente troppo piena. Di Lui. Di loro.
Da sette mesi aveva preso l'abitudine prima di mettersi a dormire, di entrare in quella camera, sedersi sul lettone e scrivere in un quaderno - che divennero ben presto quaderni, sistemati un po' sul comodino e un po' dentro il suo cassetto - come si sentisse o cosa le era successo durante la giornata, volendo in qualche modo conservare il bel dialogo che c'era sempre stato tra loro. Sicura che la stesse osservando, ovunque lui fosse, non appena sentì la minaccia incombente di lacrime improvvise si coprì il viso con le mani. Non le era mai piaciuto farsi vedere piangere, neanche da lui. Soprattutto da lui. Si era sempre preoccupato troppo per lei, anche se col tempo cercò di non mostrarlo più così apertamente.
« Sto bene, papà. Davvero. ... Ma mi manchi giusto un po'. Mi manchi un po' tanto in realtà. Ma non sarebbe normale se fosse diversamente, no? » parlò rivolgendosi a lui come se si trovasse proprio lì, accanto a lei. Si portò seduta, sprofondando nei cuscini decisamente troppo morbidi per i suoi gusti; non le erano mai piaciuti, ma quella notte li trovò particolarmente confortevoli. « Ah sì, sono mancata al nostro appuntamento negli ultimi giorni. Ma, sai com'è, qualcuno è morto e mi ha scombussolata un pochino! Rimedio subito: allora, lo so, lo so. Mi sono sgridata anche io, quindi non c'è bisogno che lo faccia anche tu! Non ho mangiato molto, ma mi rifarò da domani, promesso! ... Sì, mi farò anche una lunga doccia. Cos'altro? Mh, ho deciso di prendermi una piccola pausa dal lavoro; so che dovrei distrarmi e tenermi impegnata, ma non mi va proprio di stare sotto i riflettori ora. E non dimentichiamoci di Hans! Mi impedirebbe comunque di lavorare, visto i conati che mi salgono al solo vederlo- » scosse la testa, come a voler allontanare quella visione, mentre prese a percorrere con le dita la cicatrice che le aveva gentilmente lasciato, affinché non si dimenticasse mai di lui. Era diventato un gesto che ripeteva sempre, ormai, quando si trovava sovrappensiero. « ... Stando a quanto mi ha riferito il Conclave nella lettera, domani dovrei incontrare William. Sono completamente su di giri. Cosa dovrei fare? E cosa non dovrei fare? Chissà se ti è capitato di incrociarlo in questi mesi; chissà se siete riusciti a riconoscervi... » sospirò, portandosi le braccia sulla testa, gli occhi fissi sul soffitto, mentre un leggero sorriso prendeva forma sulle sue labbra. « Scommetto che la mamma è ancora più bella di come la ricordavi. ... Non preoccupatevi per me; per noi. Andrà tutto bene. ... Andrà tutto bene... »

...
And the story goes
O N

Passate le sei del mattino, decise di sciogliere un po' la tensione andando a correre. Indossò i primi abiti comodi che trovò nell'armadio e pochi minuti dopo era già fuori con le cuffie alle orecchie, facendosi abbracciare dalla piacevole brezza mattutina. Ancora una volta ringraziò il giorno in cui aveva deciso di farne un'abitudine; anche se alcuni giorni non aveva alcuna voglia di alzarsi presto, quando tornava a casa si sentiva piena di energie, pronta ad affrontare al meglio la giornata che l'attendeva.
Una volta a casa, s'infilò in doccia, lasciandosi coccolare a lungo dal caldo e confortevole getto dell'acqua. Come al solito, non trovò la voglia di asciugarsi i capelli, se non con una passata di asciugamano. Corse invece in cucina con indosso una maglietta nera del padre, uno dei diversi capi di cui si era appropriata ancora prima della sua partenza, ritrovandosi improvvisamente affamata; del tutto normale, visto il digiuno a cui si era involontariamente sottoposta nei giorni precedenti. Così, mentre l'acqua per il thé bolliva, prese a tostare un paio di fette di pane ai cereali, che avrebbe mangiato insieme ad altrettante uova strapazzate. Senza rendersene veramente conto, mise sulla piastra anche la caffettiera ed in pochi minuti la cucina si riempì dell'aroma di caffè. A lei non era mai piaciuto, ma lo preparava sempre per il padre... E come tante cose, le sarebbe servito un po' di tempo per disabituarcisi.
Guardò l'ora sullo schermo del cellulare: non erano neanche le nove.
Solo allora realizzò di non sapere a che ora si sarebbe presentato William. Poteva avere ancora tanto tempo, come no però. Pulito e sistemato tutto, andò in camera sua per indossare qualcosa di più appropriato. Andava bene mostrarsi con i capelli umidi e al naturale, ma forse sarebbe stato un po' troppo presentarsi in mutande. Indossò dei jeans neri che le calzavano comodi, non troppo stretti, decise di cambiarsi anche la maglietta, optando per una canottiera dello stesso colore ed un maglioncino grigio con una v abbastanza profonda, bello comodo e abbastanza largo come piaceva a lei. Prima di uscire dalla sua stanza recuperò un libro con il quale tenersi occupata nell'attesa, andandosi a sistemare comodamente sulla poltroncina che vi era sul balconcino. Si era accorta di non riuscire a stare in casa troppo a lungo. Le serviva del tempo per accettare il suo nuovo coinquilino, quel frastornante silenzio che si era impossessato di ogni singola stanza senza preoccuparsi di chiederle il permesso.

That's how the story goes.





CODICE ROLE SCHEME © dominionpf


I M H R I E N
« l'occhio non vede cose,
ma figure di cose che significano altre cose »

◀ ▶
tumblr_na216aaakb1r6tdlco1_500
Ellenhall ● 534 ● Essere Umano Immortale●
●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●●
C
osa sconvolge di più il cuore umano?

Una realtà passata, che per quanto distante possa essere graverà sempre più sulle spalle ad ogni nuovo passo; un'ombra concreta della quale sarà impossibile liberarsi.
La consapevolezza di non poterla mai più raggiungere.

Una realtà futura, che per quanto distante possa essere non sarà mai abbastanza lontana; un costante ed imminente salto verso un vuoto sorprendentemente ed esageratamente pieno.
La consapevolezza di non poterla mai controllare.

Probabilmente la loro totale incapacità di accettare la loro impotenza.
Probabilmente la loro totale incapacità di accettare il loro essere finito.




Tra tutti i colori, il rosso è quello a cui gli esseri umani non riescono ad ignorare; quello a cui non riescono e non vogliono sottrarsi.
Il primo ad essere percepito. Il primo ad essere riconosciuto.
Forse perché ne sono circondati. Forse perché ne sono pieni.
Forse perché semplicemente è nato con loro.
Dolore. Piacere. Timore. Eccitazione.
Morte. Ma soprattutto Vita.

Non era proprio tipo interessato ad assecondare i desideri altrui, ma ogni tanto anche lei sapeva essere caritatevole. Una volontà così forte non poteva essere ignorata. Per questo lo accontentò e gli diede quel che tanto ardentemente le aveva chiesto. ...
Potrebbe essere una valida e logica chiave di lettura di quel che accadde.
Ma non sarebbe la verità. Non che esistesse una reale ed universale verità, in fondo. Solo gli esseri umani potrebbero crederci davvero.
In realtà era tutto molto più semplice di quanto si potesse immaginare.
Lo aveva avvisato, lasciandolo libero di scegliere. E lui aveva scelto.
Credeva di aver scelto. Perché il Rosso è anche terribilmente ingannevole.
Ed alla fine, tutto torna inesorabilmente a lui.

Le sue palpebre si chiusero, mentre dalle dita che si erano soffermate sul corpo del ragazzo iniziarono a cadere delle piccole e dense gocce cremisi.
Nello stesso momento, la stessa ferita che avevano appena toccato si aprì.
E tutto divenne improvvisamente fu colto dallo spietato e devastante abbraccio del Rosso. Un amante avido e possessivo che non lo avrebbe lasciato scappare per alcun motivo.

L'eco della melodia di un carillon la colonna sonora del loro nuovo ed inatteso incontro, dopo tanto tempo.


Una bambina ne era completamente bagnata.
Lacrime scarlatte abbandonavano copiose i suoi occhi.
Occhi spalancati in un disperato grido vuoto.

Lo stesso che si era impossessato dei suoi pensieri,
senza dargli possibilità di prendere fiato.

Lo stesso che presto sarebbe uscito da quella ferita
insieme a ricordi vividi e concreti;
insieme ad un dolore che per troppo tempo era stato sepolto.

Insieme alla sua Vita,
desiderosa di ricongiungersi presto con la sua compagna Morte.


Non una parola uscì dalle sue labbra per un tempo indeterminato.
Alcun suono avrebbe udito al di fuori di quelli che lo riempivano.
Un cieco destinato a vedere e provare lo stesso dolore ancora e ancora.
E quando finalmente parlò, gli venne offerta la possibilità di rivalutare la sua scelta. « Non opporti. »
Ferma e tagliente, la sua voce non risparmiò le sue orecchie.
Una seconda occasione andava concessa a tutti. Stava a questi però decidere se e come utilizzarla. Il resto sarebbe venuto da sé.
In piedi accanto alla sua figura, tornò a tacere, lasciandolo solo in balia del suo dolore, attendendo il momento in cui finalmente avrebbe ceduto.
Non aveva intenzione di ripetersi e questa volta voleva assicurarsi che recepisse il messaggio. Più si opponeva, più sarebbe sprofondato nel suo stesso Rosso.

"Qualsiasi la tua decisione sarà..."


Era una sua scelta; come ora, lo sarebbe stato sempre.
E la sua vita sarebbe dipesa pericolosamente da queste.
O per lo meno, era importante che così credesse

"... non potrai opporti a quel che verrà."


©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.






tumblr_le5kxo7j7M1qaq604o1_500-Copia_zpsb4980ae7
Shannon Grey | 30 | Ispettore | Outfit:

"I think the devil doesn't exist,
but man has created him,

he has created him
in his own image and likeness."


The Brothers Karamazov; F. Dostoevskij

Rimase qualche istante con lo sguardo fisso sulle pagine vissute di quel libro, accarezzando distrattamente con i polpastrelli le parole che aveva evidenziato di giallo. Lo aveva letto così tante volte ormai da saperlo praticamente a memoria, eppure alcune parti, alcune frasi, riuscivano ancora a scuoterla, turbarla, farla riflettere continuamente con verità che, secondo il suo parere, non dovrebbero essere rivelate tanto alla leggera; ma nonostante questi sentimenti, sembrava esserle impossibile riuscire a non rimanerne affascinata. Assurdo. Più lo rileggeva, più aumentava l'empatia con uno dei protagonisti, che già dalle prime righe diventò il suo preferito. "Un adolescente cupo e chiuso in sé, tutt'altro che timido, ma come penetrato, fin dai dieci anni, della consapevolezza... che il padre loro era uno così e così, di cui c'era da vergognarsi anche a parlarne. Con certe inconsuete e spiccate attitudini allo studio." Un sorriso amaro s'impossessò delle sue labbra per un istante: ricordava ancora la prima volta che aveva letto la sua descrizione e la reazione che ne seguì; perplessa, inquieta, incantata. Troppe erano le cose che sentiva condividere con lui. Senza alcuna difficoltà avrebbe potuto affiancarla a sé stessa. ... Purtroppo. Ogni tanto si ritrovava a desiderare di essere una persona diversa, cresciuta in una famiglia diversa; una vita diversa. Meno pensieri, meno preoccupazioni, meno tormenti; con il passare degli anni apprese che l'essere umano poteva provare ad ambire alla felicità solamente facendo dell'ignoranza la sua sposa.
Chiuse la copertina posandoselo in grembo, mentre si abbandonava alla presa morbida del cuscino, sospirando. Gli occhi vagarono pigri tra le mura della stanza, illuminata dalla sola e flebile luce della lampada posta sul comodino accanto a lei. Si era trasferita definitivamente ad Orlando solo da una settimana, ma non le riuscì per nulla difficile adattarsi ai cambiamenti. Dopotutto aveva solo cambiato città. Il lavoro era lo stesso. Le persone erano le stesse. Lei era sin troppo la stessa. Si alzò dal letto, affacciandosi alla finestra aperta sulla città che non sapeva dormire: persino il paesaggio, alla fine, era lo stesso. Luci, palazzi, auto; voci, storie, vite.
Si lasciò accarezzare dal leggero tocco della tiepida brezza estiva, con i pensieri rivolti all'indomani. Nonostante sapesse bene che non avrebbe dovuto lamentarsi di quei giorni di pausa e quanto avesse giovato al suo fisico, era impaziente di tornare a lavoro e tenersi seriamente occupata; detestava stare troppo con le mani in mano e la sua testa aveva la costante necessità di lavorare su qualcosa. E quando non aveva altro a cui dedicarsi... Inevitabilmente andava a sollevare pensieri che era meglio rimanessero assopiti. In quell'istante il suono della sveglia impostata sul cellulare la riportò alla realtà e rivolto un ultimo sguardo alla città, chiuse la finestra e tirò le tende. « A domani, Orlando.»

Otto ore di sonno. In quei giorni ne aveva davvero fatto il pieno, considerando quanto poco dormiva solitamente a causa del lavoro. La sveglia suonò alle 05.45 a.m in punto ed esattamente quindici minuti dopo stava già correndo tra le strade che lentamente si stavano riprendendo dalla sbornia della notte appena passata. Inutile dire che aveva già memorizzato tutto quello che le interessava del quartiere, e per il momento non si lamentava dello studio generico che aveva fatto della città. Altra cosa che non le piaceva affatto: essere impreparata, qualsiasi fosse l'argomento con cui si sarebbe venuta a trovare.
Una maniaca del controllo? Decisamente sì.
Una volta tornata dal suo giro, preparò la caffettiera e s'infilò subito in doccia; per nulla al mondo avrebbe rinunciato ai suoi dieci minuti di relax sotto l'acqua, né tanto meno alla colazione, a costo di farla anche per strada. Ma con la sua pianificazione perfetta e grazie agli anni di esperienza, riusciva sempre a far tutto senza troppa fretta. Alle 08.00 a.m era già per strada, diretta verso la sua nuova seconda casa; un auricolare all'orecchio ed una mano in tasca sul cellulare, pronta a scorrere i canali dell radio per sentire le ultime notizie. Nessuna buona notizia da parte del meteo, che annunciava una giornata decisamente troppo calda per i suoi gusti; gossip sentiti e risentiti non rubarono che un paio di secondi del tuo tempo.
La sua attenzione si soffermò invece, come accadeva sempre, sugli ultimi fatti di cronaca...

Emily Jackson è una ragazza di venticinque anni, che da pochi mesi è stata presa sotto l'ala dell'Ispettore Grey; gli ha fatto da braccio destro in diversi casi e grazie a lui sta finalmente prendendo confidenza con l'ambiente. Ha tanta voglia di fare ed imparare e da' sempre il meglio di sé, anche se spesso e volentieri non riesce a nascondere quanto in realtà sia maldestra. Nonostante questo, rimane comunque una ragazza sveglia, e grazie alla sua aura pacifica ed il suo aspetto fresco riesce facilmente a mettere a loro agio le persone con cui si relaziona; ispira fiducia e grazie al suo faccino riesce sempre ad ottenere ciò che vuole. In breve, questa sarebbe stata la maschera che aveva deciso di indossare per qualche tempo, tutto per potersi fare un'idea del luogo e delle persone con cui avrebbe avuto a che fare, senza attirare da subito eccessive attenzioni su di sé; non le piaceva sentire inutili chiacchere, specialmente se queste mettevano in dubbio le sue capacità solamente per la sua giovane età. Nonostante avesse una pazienza illimitata, non era certo piacevole lavorare con un clima del genere e, se non era prettamente indispensabile, cercava in ogni modo di evitare di cadere in discussioni utili solo a favorire la sua emicrania. Ovviamente ne aveva già parlato con Josh Vaugain durante il loro primo incontro. L'uomo era rimasto un po' perplesso di quell'insolita richiesta, ma alla fine le aveva accordato il permesso; alla fine l'unica cosa che gli interessava era che svolgesse a dovere il suo lavoro senza creare inutili problemi, e quanto aveva letto sul suo curriculum lo aveva senza alcun dubbio rassicurato. Nonostante fosse da poco entrata negli -enta, Shannon Grey aveva già raggiunto la promozione di Ispettore, a capo del dipartimento investigativo; fu proprio a seguito della sua ultima promozione che da Tampa fu trasferita ad Orlando. Ma non c'era poi molto di cui meravigliarsi: chi la conosceva, sapeva bene quanto fosse determinata a raggiungere i suoi obbiettivi e quante forze aveva dedicato negli studi e nel lavoro. Se da un lato la sua dedizione e diligenza era senza dubbio da ammirare, dall'altro risultava essere leggermente eccessiva, per non dire inquietante.

Occhiali tondi, camicia comoda a maniche corte bianca, abbinata a delle semplici converse, jeans a vita alta chiari ed altrettanto comodi ed uno zainetto di pelle nero sulle spalle: la ragazza che mise piede al dipartimento di polizia poteva benissimo essere scambiata per una giovane studentessa universitaria; di certo non per un severo e autoritario ispettore.
Esibì il suo pass al poliziotto di guardia all'ingresso, già pronto a bloccarle il passaggio e a riempirla di domande. Le parole gli morirono in gola, riuscendo giusto a mettere insieme un "buongiorno"; con le mani sulle bretelline dello zaino ed un sorriso educato sulle labbra ricambiò il saluto con un qualcosa che doveva essere una sorta di mezzo inchino.
« Cerco l'ufficio dell'ispettore Grey; potrebbe gentilmente dirmi dove devo andare? » Il poliziotto la stava guardando ancora un po' perplesso, ma non riuscì ad evitare di ricambiarle un sorriso abbozzato e stranamente imbarazzato, nonostante fosse evidente lo sforzo che stesse facendo per mantenersi il più composto possibile. Ottenuta l'informazione che voleva - ma di cui non aveva realmente bisogno - ringraziò educatamente e si apprestò a raggiungere il suo ufficio, rischiando di inciampare sulla piccola rampa di scalini che la immetteva al secondo ingresso; se non avesse avuto un minimo di riflessi, probabilmente si sarebbe ritrovata con il naso spiaccicato contro la porta di vetro. Tipico della Jackson, insomma. Inutile specificare che, ovviamente, questo non sarebbe mai accaduto a Shannon Grey. « Sono tutta intera, non si preoccupi! » Si sistemò gli occhiali, passandosi poi una mano tra i capelli leggermente in imbarazzo, mentre rassicurava l'uomo che non sapeva se preoccuparsi o ridere dell'accaduto. I suoi occhi però parlavano sin troppo chiaramente: non capiva proprio come fosse finita una ragazza simile in quel posto.

Rimase qualche istante immobile a fissare con le braccia conserte l'uomo che stava scrivendo qualcosa sulla porta del suo ufficio. Da quanto poteva vedere, sembrava proprio Harrison; o quanto meno, il suo aspetto combaciava perfettamente con la descrizione che le aveva fornito Vaugain sul suo assistente. Si era chiesta se non stesse un po' esagerando di proposito, ma in quel momento capì perfettamente quanto invece ci fosse andato piano. Aveva pensato a lungo su come comportarsi con lui, sperando vivamente di riuscire a lavorarci senza troppi problemi.
Prese un profondo respiro e finalmente decise di palesare la sua presenza con un colpetto di tosse. « M-mi scusi? Signor Harrison? Sono l'assistente dell'ispettore Grey, per qualche tempo farò le sue veci in sua assenza... » In un primo momento sembrò non sentire, probabilmente a causa del suo tono di voce... E perché no? Magari anche a causa della maturità dell'uomo; gli si avvicinò, picchiettandogli la spalla con un dito per attirare la sua attenzione, ripetendo ciò che aveva detto giusto un paio di secondi prima. Corrucciò la fronte contrariata di fronte alla correzione che aveva appena apportato alla targa del suo ufficio, rivolgendogli un'occhiata interrogativa. L'uomo iniziò a travolgerla letteralmente di parole, che senza la dovuta esperienza l'avrebbero certamente innervosita. In qualche modo riuscì a mettere in pausa la sua parlantina, cogliendo la sua offerta di portarle un caffè per allontanarlo un attimo. Con lo zainetto ancora in spalla, osservò la scritta nera che segnava la sua porta, sperando tanto non fosse pennarello indelebile. Si allontanò anche lei per qualche minuto, andando alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarla a risolvere quel problema; danneggiare così la proprietà avrebbe certamente portato a delle conseguenze per il vandalo in questione. E c'erano davvero persone che osavano dire "A" su di lei, solo perché così giovane. « Possibile che con soggetti del genere in circolazione c'è ancora chi pensi che l'età sia davvero così importante per definire la maturazione di una persona?! »
Aveva trovato una gentile inserviente che le mise a disposizione il suo aiuto, ma una volta davanti alla porta i suoi buoni propositi purtroppo svanirono. Era davvero pennarello indelebile. « Può chiamarmi qualcuno a cui riferire la necessità di sostituire la porta? Non vorrei che l'ispettore trovasse questa bella sorpresa al suo arrivo... » La donna annuì, dicendole che avrebbe chiamato un certo Wiley, e si allontanò frettolosamente. I rumori che provenivano al di là della porta la portarono a pensare che il signor Harrison l'avesse preceduta con il suo caffè, ma quando entrò si trovò di fronte tutt'altra persona. Qualcuno che evidentemente era stato appena colto in fragrante, vista la sua reazione. Le fu inevitabile chiedersi se fosse davvero nel posto giusto, se fosse davvero il luogo in cui avrebbe lavorato d'ora in poi. « Mi scusi, chi è lei? E perché 'sta toccando quei documenti? Sono informazioni riservate...! » colmò la distanza che li separava a grandi passi, togliendogli prontamente di mano i fogli che aveva per le mani, guardandolo con disappunto.



CODICE ROLE SCHEME © dominionpf


Edited by Wednesday_ - 24/5/2016, 18:17
 
Top
Wednesday_
view post Posted on 23/5/2016, 19:44




↳ Nome: Zoe.

- da completare.
↳ Cognome: Blanchard.

- da completare.
↳ Soprannome: ?

- da completare.
↳ Sesso: F
↳ Età Diciassette anni.
↳ Data e Luogo di nascita: 8 Marzo, Parigi, in Francia.
- da completare.
↳ Stato Economico: Altolocato.

- da completare.
↳ Stato Civile: Single.

- da completare.
↳ Occupazione: Studentessa liceale.

- da completare.
↳ Razza: Essere Umano.
↳ Orientamento sessuale: Eterosessuale.

- da completare.
↳ Capacità/Poteri Particolari: ?

- da completare.
0Z9Nm
R4N63gK
↘ Descrizione fisica:

- da completare





















↘ Segni Particolari:

-da completare


m9iFHMX
↘ Psicologia:

- da completare.




























↘ Hobby/Passioni:

- da completare.


vPeFupT
↘ Background:

- da completare





























.

«citazione citazione citazione citazione »
character scheme © Shäy || NON COPIARE || TI PIACE? PRELEVALO


Edited by Wednesday_ - 24/5/2016, 22:19
 
Top
Wednesday_
view post Posted on 5/6/2016, 20:29





tumblr_mbksd1l1Fx1qf286vo3_r3_250_zpscd12bf1b

Victoria Fisher

Studentessa // 22 // Umana // Scheda // Outfit

Nonostante il suo carattere, nonostante il suo costante bisogno di essere in compagnia e di aver sempre qualcosa da fare, a differenza dei gemelli London Victoria non alloggiava nel campus universitario e non aveva una compagna con cui condividere la stanza e la sua vita al college. Ovviamente non si era tirata indietro al primo anno e ci aveva provato, carica di ottimismo e buoni propositi. La ragazza con cui condivise l'alloggio si rivelò essere sorprendentemente simpatica e piacente, per certi versi simili a lei, e questo favorì l'instaurarsi di un buon rapporto tra le due, seppur la loro convivenza non durò che soli due mesi. Il problema non si rivelò essere la compagnia, infatti, ma lei stessa. Odiava stare da sola, ma il bisogno di avere i suoi spazi ed i suoi tempi si rivelò essere fastidiosamente insistente ed esigente.
Per questo motivo si era ritrovata a cercare una sistemazione alternativa, escludendo a priori la casa dei suoi genitori. Seppur era abituata a non averli in casa anche per lunghi periodi, si era sempre sentita a disagio tra quelle mura; avendone finalmente l'occasione e la possibilità, colse l'opportunità per trovarsi un piccolo appartamento a due passi dal campus. Seppur le dispiaceva perdersi quell'esperienza, non rimpiangeva quella decisione. Nonostante i momenti bui che aveva passato anche tra quelle mura, era contenta di aver un posto tutto suo; non ci aveva mai portato molte persone, eccezion fatta per Madalaine e Nathan, ovviamente. Proprio come la loro famiglia aveva fatto con lei per un sacco di anni, per loro le porte erano e sarebbero state sempre aperte: sapevano bene entrambi che avrebbero potuto benissimo passarvi giorni interi senza alcun problema, qualsiasi fosse il motivo. Inutile sottolineare che in quei giorni Victoria sembrava essere davvero una bambina nel paese dei balocchi.
Fu ascoltando la piccola conversazione tra i due, che realizzò da quanto tempo non avevano più passato un intero week end da lei; l'ultimo periodo era stato abbastanza pieno per tutti e tre e di tutti i programmi che avevano fatto ne erano riusciti a rispettare solamente un paio. Che fossero riusciti finalmente ad organizzare qualcosa per quel fine settimana?

Rise silenziosamente tra sé, scuotendo appena la testa. Quando voleva, Nathan sapeva essere veramente dispettoso con la sorella. Non era un segreto la gelosia che Maddie provava nei confronti del fratello, non ai suoi occhi per lo meno. Tra i due, sin da piccola, era sempre stata lei quella più legata al gemello; e nonostante col passare degli anni avesse cercato di minimizzare la cosa, non sembrava essere in grado di liberarsene. Dal canto suo la ragazza non riusciva a parlarne molto neanche con lei, e di tutta la questione era proprio questo a far preoccupare Victoria. Sentiva che l'amica stesse affrontando una battaglia interiore e purtroppo sapeva che si sarebbe protratta per lunghissimo tempo se avesse continuato a chiudersi in sé stessa; d'altronde lei ne era un esempio vivente.
Volse lo sguardo verso la cucina, soffermandosi a guardare la sua figura di spalle. Vedendola completamente assorbita in quel che stava facendo, finì per chiedersi inevitabilmente come riuscisse a lavorare tranquillamente con quella camicetta. A lei non piacevano troppo i vestiti che le calzavano giusti, soprattutto se si trattava di camicie: li trovava decisamente troppo scomodi per muoversi. Nonostante questo si ritrovò a sorridere, compiaciuta di come riuscisse a destreggiarsi e di come... Quella camicetta riuscisse a risaltarle bene il suo vitino. Si ritrovò a pensare alla conversazione avuta con lei poco prima sugli spalti, ancora incredula di come l'amica non riuscisse a riconoscere la sua bellezza. Benché Victoria si trovasse perfettamente a suo agio con il suo corpo, spesso si ritrovava ad invidiare quello morbido e armonioso dell'amica, decisamente molto più femminile.
Persa momentaneamente nei suoi pensieri, non si accorse che Nathan l'aveva raggiunta sul divano sino a quando non mise in atto la sua duplice vendetta. La sua voce improvvisa all'orecchio la fece sussultare, tanto che finì per scontrarsi con lui, ma quello che riuscì quasi a farla urlare fu il pizzico sul fianco. ... Sapevano fin troppo bene quanto fosse sensibile al solletico, ovunque fosse fatto. Solo minacciarla di farglielo la portava a contorcersi e a fare strani ed imbarazzanti mugolii. « Ok, ok, immobile. Allontana la mano o non rispondo delle mie azioni. Lo sai! » Finitagli parzialmente addosso, si ritrovò con il viso nell'incavo del suo collo, incapace di muoversi per timore di peggiorare la sua situazione. Un movimento sbagliato e si sarebbe trovata a rotolare a terra disperata. Nonostante l'evidente posizione di svantaggio, però, riuscì comunque a trovare il coraggio di minacciarlo. Avrebbe trovato sicuramente il modo per fargliela pagare. Quando prendeva il sopravvento io loro lato infantile, poteva realmente accadere di tutto. « Hai sentito Maddie? Ecco, direi che lentamente, senza movimenti bruschi, ti sposti e vai ad apparecchiare la tavola, da bravo...! » parlò a bassa voce contro la pelle sottile del suo collo, con le palpebre ancora strette ed il corpo irrigidito, pronto a scattare per un nulla.

CODICE ROLE SCHEME © dominionpf



Edited by Wednesday_ - 5/6/2016, 23:10
 
Top
10 replies since 17/7/2014, 16:52   255 views
  Share